Un altro monumento del giornalismo ci lascia. Addio a Gianfranco De Laurentiis. Il cronista capitolino si è spento oggi ad 81 anni.
Un volto familiare e sempre garbato della Rai per molto tempo. Da ‘Eurogol’ a ‘Dribbling‘ passando per ‘Domenica Sport’ e ‘La Domenica Sportiva’. Il suo era uno stile inconfondibile per misura, competenza e stile.
Il nostro Direttore Ilario Di Giovambattista ha ricordato il noto collega con queste parole
“Con profondo dolore ho appreso della scomparsa di Gianfranco De Laurentiis. Dal 1992 al 1996 è stato il mio capo al TG2 dove era il numero uno dello Sport. Un idolo per me, è colui che mi ha insegnato tanto e mi ha dato fiducia. A lui lego momenti indimenticabili a ‘Domenica Sprint’ e a ‘Dribbling’ le trasmissioni alle quali mi aveva dato l’onore di collaborare. Ciao grande Gianfranco ti porterò sempre nel mio cuore”
Nel corso di ‘Radio Radio Lo sport’ De Laurentiis è stato ricordato anche dalle Teste di calcio
Tony Damascelli
Era un amico. Se ne va un gentiluomo. La Rai offriva questo tipo di professionalità. C’è stato un periodo in cui veramente dalla Rai apprendevi come si potevano condurre certe trasmissioni e come si potesse fare opinione. Prima che poi, invece, diventasse tutto uno spettacolo. Gianfranco non è mai appartenuto a questa tribù. Io ho lavorato con lui, insieme a Michel Platini che stamattina ha lasciato un messaggio per lui e la sua famiglia, ricordando soprattutto l’uomo oltre che il giornalista. Personalmente se ne va, in quest’anno maledetto, un altro pezzo della mia vita. Gianfranco se n’è andato a 81 anni. Ha vissuto con grande dignità e, anche lui, fa parte del mio diario personale.
Luigi Ferrajolo
Vi dico la verità: sono molto triste. Perché Gianfranco non lo sentivo da un po’. Era una persona deliziosa, straordinaria dal punto di vista umana, corretto. Come collega aveva una professionalità difficile da trovare. Gianfranco sapeva tutto di tutti gli sport e praticava anche lo sport, certo non più negli ultimi anni, ma era uno che gli piaceva la performance. Quando parlavi con lui ricordava tutto dell’atletica e degli altri sport. Ci sono nella nostra categoria quei colleghi che hanno una, non solo conoscenza, ma anche memoria incredibile. Lui era raro anche come persona. Faceva parte della vecchia e gloriosa guardia della Rai. Ci lascia un vuoto e ci lascia molto tristi. Mandiamo un abbraccio al figlio Paolo che lavora al Corriere dello Sport.
Alessandro Vocalelli
E’ un duplice dolore. Perché io, al Corriere dello Sport, ho voluto il figlio Paolo capo del calcio. Assolutamente senza nessun riferimento al fatto che si chiamasse De Laurentiis, ma semplicemente per la sua bravura. Devo dire che Gianfranco non è andato mai al di là di un’informazione. Mai si è permesso di perorare la causa del figlio. Questo dà la cifra non solo del professionista ma anche dell’uomo. Gianfranco De Laurentiis è stato un grande del giornalismo e della televisione. Incarnava uno stile che a me piace molto e che oggi è, forse, fuori moda. Una televisione che non è minimamente urlata e non è fatta di sensazionalismo. Ma è capace semplicemente di poggiare sulla professionalità e sulla competenza del giornalista. Quindi un saluto a Gianfranco De Laurentiis e un grande abbraccio a Paolo e alla famiglia.
Stefano Agresti
Io l’ho ricordo soprattutto, come giornalista televisivo, da spettatore. Era ed è stato un innovatore. Perché alcuni suoi programmi erano rivoluzionari per l’epoca. Ricordo ad esempio ‘Eurogol’, una delle prime trasmissioni nelle quali si potevano vedere i goal dei campionati esteri. Il garbo e la delicatezza con cui ha sempre condotto le sue trasmissioni sono state un modello. Era un momento in cui la Rai aveva giornalisti con uno spessore particolare. Lui sicuramente era uno di questi. Io ho avuto la possibilità anche di lavorare con il figlio. Quindi a lui va il mio abbraccio e il mio saluto perché, effettivamente, anche Paolo è un professionista che dal padre penso abbia preso la discrezione nel modo di proporsi e lavorare.