“Andare a Torino sarebbe stato un reato. Se autorità sanitaria può essere bypassata da normativa sportiva allora non siamo più in Stato di diritto” ► Avv. Grassani (SSC Napoli)

Caso Juventus-Napoli: la posizione azzurra. La società partenopea si esprime sul polverone di polemiche alzato dall’assenza della squadra di mister Gattuso per la sfida contro i bianconeri.

Una partenza, ampiamente programmata, bloccata da due provvedimenti giunti dalle Asl della città partenopea e dalla Regione Campania. Tutto questo dopo le positività al Covid-19 riscontrate sui giocatori Zielinski ed Elmas.

L’Avvocato della SSC Napoli Mattia Grassani è intervenuto ai microfoni di ‘Radio Radio Lo Sport’

Il Napoli in attesa di una serena giustizia

Innanzitutto il Napoli si attende che possa essere fatta con serenità giustizia, rispetto a una gara che non è andata in calendario e non è stata disputata, con un’immagine veramente triste vista domenica sera. Questa giustizia passa attraverso il riconoscimento del fatto che il Napoli non ha scelto se andare o meno a Torino. Tanto è vero che aveva organizzato la trasferta con il noleggio dell’aereo, del pullman di trasferimento e con le prenotazioni alberghiere per il ritiro e ritorno“.

La squadra azzurra è stata costretta a non partire?

Il Napoli non è partito alla volta di Torino perché, subito dopo l’incontro a Castelvolturno e il raduno per salire sul pullman nel tardo pomeriggio di sabato, sono arrivati in rapida successione due provvedimenti della Asl 1 e 2, competenti della residenza di Zielinski e della sede legale della società, insieme alla Regione Campania. Quindi tutti questi provvedimenti, come chiarito con ulteriori prese di posizione delle autorità, chiaramente decretavano come oltre all’isolamento domiciliare e ai 14 giorni di quarantena la prima squadra, individuata nominalmente in 20 calciatori, non potesse partire per ragioni di sanità pubblica alla volta di Torino“.

Violare l’ordine di un’autorità è un reato

Per cui a fronte di queste evidenze il Presidente De Laurentiis e i dirigenti al seguito della squadra, non solo avrebbero compiuto un gesto da tutti considerato irresponsabile, ma avrebbero commesso anche un reato perché non ottemperare a un provvedimento dell’autorità delle Asl integra appunto il reato di violazione dell’ordine dell’autorità”.

La dura posizione del Presidente della FIGC Gravina

Per quanto riguarda le dichiarazioni del Presidente FIGC Gravina,  prima di tutto bisognerebbe capire a chi si riferiva. Perché sono state dichiarazioni fatte all’uscita dall’incontro con il Ministro dello Sport e facevano riferimento al protocollo. Il protocollo è un documento chiaro, valido, che bisogna portare avanti perché il calcio può sopravvivere grazie ad esso altrimenti chiude. Tutte affermazioni, queste, assolutamente condivisibili. Chi viola il protocollo deve pagare. Ma il protocollo, in questo caso, non è stato violato.

Se il protocollo anche mi prescrivesse di recarmi in cima a un monte, ma il provvedimento di un’autorità sanitaria mi impedisce di farlo, io non potrei essere sanzionato dall’autorità sportiva con un’ordine superiore.  E’ ovvio che le autorità sanitarie sono, oltre che riconosciute dal protocollo stesso e dal verbale sottoscritto con il CTS, sovraordinate rispetto all’istituzione calcistica. Per cui credo che la dichiarazione del Presidente Gravina fosse un richiamo alla validità del protocollo e all’obbligo di rispettarlo in maniera assolutamente rigorosa“.

Al momento non ci sono ipotesi di reato sportivo

Ci sono due procedimenti. Uno sulla mancata disputa della gara Juventus-Napoli che è all’esame del giudice sportivo. Presumibilmente tra l’inizio di questa settimana e la fine della prossima avrà un pronunciamento di primo grado. Poi la Procura Federale ha aperto un’indagine sulla gestione più allargata della positività di Zielinski e di Elmas. Ovvero su come la rosa della prima squadra è stata organizzata e gestita rispetto alle prescrizioni della Asl.

In questo secondo filone il Napoli non è nemmeno indagato. Sono arrivate richieste di acquisizione documentale di predisporre una relazione da parte del responsabile sanitario del Napoli a beneficio della Procura Federale. Ad oggi non ci sono ipotesi di reato sportivo, per cui noi siamo fiduciosi”.