Tempi di cambiamento nel mondo della cristianità: la notizia di oggi è che il Papa è favorevole alle Unioni Civili. Infatti, in un documentario del regista russo Evgeny Afineevsky, presentato alla Festa del Cinema di Roma 2020, il pontefice si è espresso in tal senso: “Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo”.
Le Unioni Civili, riconosciute in Italia a livello giuridico solo a partire dal 2016, non hanno mai visto una posizione così rivoluzionaria da parte delle istituzioni ecclesiastiche. Le parole di Bergoglio possono essere considerate un fatto storico: per alcuni dichiarazioni eretiche, per altri un gesto di grande apertura. Il dibattito è ormai aperto. Al riguardo tra le prime a commentare queste parole è la senatrice Monica Cirinnà, reduce dal dibattito in Parlamento e “mamma” delle unioni civili. Cirinnà esprime la sua felicità ai nostri microfoni sottolineando che non è tanto l’apertura istituzionale da parte del papa – già avvenuta in passato – ad essere rivoluzionaria, ma la necessità di dire che si ha diritto a una famiglia.
Ecco l’intervento della Senatrice Cirinnà a “Lavori in corso”.
“Sono assolutamente felicissima di questo cortometraggio che verrà proiettato alla Mostra del cinema di Roma. Dopo la legge del 2016 finalmente anche il Santo Padre riconosce le famiglie omosessuali e, nel rispetto del credo di tutti, ci aiuta a dire che tutte le famiglie vanno incluse. Abbiamo finalmente un riconoscimento dall’autorità morale più importante del mondo.
Questo dimostra che la nuova Chiesa e la Chiesa di Papa Francesco è un’istituzione che include e non discrimina. Ciò che ogni Stato dovrebbe fare. Sono medaglie che dimostrano come quella piccolissima fetta di oscurantisti, di persone che vivono per negare diritti, rimangono in una bolla chiusa tra di loro. L’uso della parola famiglia è stato l’argomento di maggior contrasto che io ho avuto nei due anni in cui ho lavorato al testo di legge.
Sulla parola ho avuto problemi anche nel PD progressista, nell’ala cattolica, contraria all’uso di ‘Unioni Civili’. Su questo abbiamo vinto. Nel 2020 ci è arrivato anche Papa Francesco e questo dimostra che noi avevamo ragione. Alla faccia di chi ritiene di escludere dai diritti una parte di famiglia che invece è consolidata, esiste e tutti sappiamo che esiste! Sono dovuta andare in Senato con la maglietta arcobaleno quando si era insediato Salvini, e il ministro Fontana disse che le famiglie arcobaleno non esistono.
Oltretutto dal 1982 che l’OMS ha detto che l’omosessualità non è una malattia e che omosessuali si nasce per una questione genetica. Nessuno perde niente, la coppia gay guadagna i diritti che hanno gli sposati. Aggiungo diritti a chi non ne ha, non ne sottraggo ad altri”.
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