Era l’aprile del 2020, quando il sottoscritto coniò l’espressione “pandemia dello Yo-Yo”, o “del rocchetto”, che dir si voglia.
Da subito quell’espressione venne presa di mira dai circenses del clero giornalistico, i quali come sempre si rivelarono abilissimi nel muoversi – come direbbe Heidegger – nella sfera della chiacchiera, ossia del non approfondire nulla parlando di tutto con superficiale profondità.
Ebbene, la mia fosca profezia dello Yo-Yo si sta tragicamente avverando: toccherebbe quindi a me in tal contesto ridere e ricambiare i circenses con la loro stessa stolta ilarità ed ebete letizia. Toccherebbe a me ridere.
Ma non riderò.
“Il riso abbonda sulla bocca degli stolti” dicevano i medievali, ma soprattutto la situazione in sé è degna di pianto, più che di riso.
La profezia che si sta avverando è la seguente: quella che stiamo vivendo è una pandemia dalla struttura pendolare, a Yo-Yo. Dalla Fase 1 si passa alla Fase 2, si crea l’illusione di una possibile fine dell’emergenza e poi in realtà si regredisce alla Fase 1 come se fosse, appunto, un rocchetto che avanza e regredisce con un moto perpetuo destando solo l’illusione di una possibile fine.
Se si torna dalla Fase 2 alla Fase 1 – così dice il logo terapeuticamente corretto – ciò dipende unicamente dall’irresponsabilità dei cittadini che anziché rispettare le misure di contenimento del virus e delle libertà, osano violarle e rivelarsi troppo poco responsabili: il regresso alla Fase 1 dipende sempre e solo da loro.
Per dirla con Dante, si fa in modo che le colpe ricadano sul piagato, che invece subisce non solo le colpe, ma anche la loro ingiusta attribuzione di responsabilità.
Di fatto siamo già di nuovo nella Fase 1, con l’esercito dispiegato nelle strade per contenere il virus, con l’obbligo di mascherina anche all’aperto in ogni momento della giornata e – naturalmente – con una propaganda di tipo schiettamente terroristico che fa leva su uno scenario apocalittico di crescita esponenziale dei contagi e di necessario rientro nelle misure d’emergenza. Questo è il fulcro della odierna narrazione pandemica.
L’obiettivo è uno soltanto: governarci con la paura e con la superstizione, far sì che nello stato d’eccezione si accetti ciò che nella normalità apparirebbe inaccettabile.
Benvenuti nella pandemia dello Yo-Yo, o del rocchetto. Dove dalla Fase 2 si torna alla Fase 1, e ciò viene attribuito ingiustamente ai cittadini, laddove si tratta di un preciso metodo di governo che usa l’emergenza come instrumentum regni.
Dove si parla di prevenzione, ma si dovrebbe leggere “repressione”.
RadioAttività, con Diego Fusaro
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