Mi occupo di immagini e colori fin dall’età di cinque anni, quando m’innamorai di una maestra di pittura, autoctona argentina, della città di Rosario (a Rosario vi sono le donne più belle del mondo) diciottenne dalla pelle ambrata e dal sorriso rifulgente. Lei, all’epoca, insegnava a dipingere un’ara amazzonica al mio amichetto Jorge, mio coetaneo, ma meno precoce di me. Io rimasi affascinato quel giorno dai seni pieni e dalla dittatura della forma che quella bella donna imponeva, forse inconsciamente, al mio giovane cuoricino.
Tornato a casa, chiesi a mio padre di iscrivermi al corso di pittura di Rosita (questo era il suo nome) ma la risposta fu: ”Nun ‘ndavímu sórdi! Sérvunu pá cása”. “Non abbiamo soldi. Servono per la casa”. Non chiesi mai più nulla a mio padre. Ma iniziai a disegnare e dipingere da solo con quella mia manina sinistra irrequieta.
Crebbi visitando musei, gallerie, pittori, pittrici, infine l’Accademia delle Belle Arti di Via di Ripetta nella città di Roma. Conosco la Storia dell’arte, la pittura classica, moderna, d’avanguardia, naif, le croste, la pittura grafica e pubblicitaria, le forme ipnotiche, induttive, ed eccetera. Insomma la pittura iconica e quella aniconica in tutte le sue forme, fin dai primi segni escrementizi e tizzoneschi delle caverne.
Credo di potermi permettere il lusso di dire che la maglietta dell’Inter vista ieri a Benevento, debba essere ritirata, ripeto, dai campi di calcio.
A questo punto vi starete chiedendo perché? Ve lo dico io il perché!
La vista, nel calciatore, è l’organo più importante, perché essa permette di introiettare le immagini del macrocosmo; pur se nell’ambiente calcistico se ne parla poco.
Le linee e i colori, come non molti sanno, influenzano gli stati d’animo, in modo positivo o negativo. Le linee nere e blu verticali della mitica Inter, disegnate oggi, come circuiti elettrici sinusoidali angolari, diventano quindi elementi ipnotici nevrotizzanti per chi le osserva.
Insomma, disturbante (perturbante psichica) nella misurazione degli elementi lineari inclusi ed essenziali nel gioco del calcio.
Mimmo Politanò