Oltre alle varie manifestazioni popolari, in aumento in tutta Italia, anche i sindaci di alcune regioni iniziano a manifestare il malcontento rispetto alle nuove misure adottate dal Premier Conte per far fronte all’emergenza da Coronavirus.
Secondo il Dpcm del Governo l’attività di ristoranti, pub, bar, gelaterie e pasticcerie è consentita dalle ore 5 alle 18. Seduti al tavolo possono stare invece massimo 4 persone. Consentita la consegna a domicilio. Sono queste le restrizioni che hanno portato più preoccupazione e divergenze all’interno dei vari territori italiani.
Tali provvedimenti sono stati adottati in tutto il Paese. Alcuni lamentano che queste misure siano state pensate senza tener conto delle diverse necessità territoriali. Su questa linea si pone anche il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, rivendicando la possibilità di dare alle regioni una certa responsabilità e autonomia al riguardo. Il sindaco, pur essendo espressione del PD, evidenzia un problema a cui il Governo dovrà far fronte.
Ecco il suo intervento a “Lavori in corso”.
“L’articolo 3 della Costituzione ti permette di adottare azioni diverse e soluzioni diverse con fattispecie diverse rispetto al contesto.
Mentre a nord, soprattutto a pranzo, si riversa la percentuale più ampia di utenza in queste strutture, la cosa è inversamente rapportata in maniera proporzionale al sud. A nord, a Milano o a Roma, ti muovi con i mezzi pubblici per andare al ristorante mentre da noi si va al ristorante con i mezzi privati. Non si capisce cosa si salvaguardia in termini di salute chiudendo il ristorante alle 18.
Noi non riusciamo a capire questa azione. Contestiamo con garbo e invitiamo anche il presidente della Regione a farlo. In Sicilia, con l’autonomia costituzionale, la prima autorità sanitaria è il Presidente della regione. Invitiamo Musumeci a passare dalle parole ai fatti nel caso in cui Roma non senta la Sicilia sotto questo punto di vista.
Mi dai il reddito di cittadinanza o di sopravvivenza per un’attività economica che rischia dopodomani di mettere chiusura? E’ facile poi finire in mano alla criminalità organizzata che non spara più con la lupara ma rileva le attività economiche.
Io credo che delegare un po’ alle Regioni, soprattutto i processi economici, non faccia male. È anche un modo – dal punto di vista della strategia – per allentare le tensioni. Vedrete quello che accadrà con le Regioni a Statuto Speciale… Tanto vale fare una riflessione su quello che era il documento delle Regioni e dare spazio e responsabilità alle stesse.
Da un lato c’è il tentativo di scaricare responsabilità dal punto di vista politico e dall’altra si utilizzi l’ascia quando serve il bisturi”.
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