Nel report “Made in China 2025” i cinesi dichiarano al mondo che entro 5 anni potrebbero assumere la leadership mondiali in diversi settori e potranno farlo grazie alle nuove tecnologie e allo smart working.
Guarda caso si parla proprio di quello smart working diventato un mantra anche qui da noi dall’inizio della pandemia, con la differenza che in Cina hanno iniziato ad utilizzarlo molto prima del lockdown e lo ritengono un proprio un loro vantaggio competitivo. E da noi che invece stanno con ogni probabilità strumentalizzando le misure di prevenzione del virus per imporlo e accelerare questo processo e provare a competere. Cinesizzando il lavoro.
Voi pesate che le grandi aziende che oggi stanno impostando lo smart working con la scusa di prevenzione del Covid 2019, riporteranno i lavoratori negli uffici quando l’emergenza sarà passata. Assolutamente no, perché stanno cambiando il modello. E la stessa cosa riguarderà i salari. Perché proprio a ridosso di un nuovo possibile lockdown comunicano che il blocco dei licenziamenti non potrà essere prorogato? Io ho qui davanti a me un giornale che titola “Lockdown, in Italia per il Coronavirus, Conte non lo esclude più, molto dipende dai cittadini”. A fianco è scritto che il blocco dei licenziamenti non verrà probabilmente prorogato o comunque non puo’ andare oltre la fine del 2020.
Sapete perché sta venendo tutto questo? Perché comunicare queste due cose una come conseguenza dell’altra? Perché le aziende andranno nel panico e licenzieranno il più possibile o, in alternativa, proporranno un nuovo modello ai lavoratori. Ti diranno: se vuoi mantenere il posto dovrai percepire la metà e dato che potremmo essere costretti a una nuova chiusura in futuro dobbiamo lavorare di più.
Quindi il nuovo modello sarà: lavorare il doppio, guadagnare la metà e anche sul lavoro passa il modello cinese strumentalizzando le conseguenze della pandemia, è arrivato il momento di porsi alcune domande.
La Matrix Europea – Con Francesco Amodeo
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