Un’ora di studio, di tattica esasperata, inconcludente e anche noiosa, poi il gol astuto, di testa di Lautaro Martinez ha acceso le luci sulla partita e così anche l’Atalanta che fino a quel momento era stata orizzontale, piatta, senza sangue e senza idee.
Mezz’ora finale di buon football, dunque, il pareggio del russo Miranchuk, con dormita della terza linea nerazzurra, ha dato significato alla reazione bergamasca anche perché Gasperini aveva cambiato il volto della squadra inserendo il russo, appunto, Muriel e Lammers così molestando l’Inter che si è accucciata in difesa ballando anche troppo. Conte come il suo sodale ha mischiato le carte, cambiando le due punte e i due esterni ma non trovando mai un football costante.
A centrocampo energico e sprecone Vidal, graziato dall’arbitro e sfinito Barella costretto a lavorare dovunque, anche perché resta un mistero la panchina di Hakimi e non vorrei diventasse un problema come quello di Eriksen. Sta di fatto che il risultato è aderente alla prestazione delle due squadre, di certo l’Atalanta sta cambiando pelle, non regge novanta minuti e la botta feroce in Champions League si è fatta sentire mentre l’Inter arriva a Roma e non vede il Papa, sembra poter vincere ma non domina mai sul serio.
Restano le perplessità che soltanto l’allenatore può risolvere.
Tony Damascelli