Il governatore della Bce Christine Lagarde pochi giorni fa in audizione all’Europarlamento si è presentata con un paper in mano e ha letto testuali parole: “l’eurosistema, in quanto unico emittente della nostra moneta, potrà sempre generare tanta liquidità quanta ne serve. Quindi, per definizione, la Bce non può andare né in bancarotta, né finire i soldi”.
Ma possibile che siamo stati tutti, Europarlamento compreso, per 22 anni senza conoscere questa evidente realtà? Ma vi rendete conto di quanto sia ridicolo tutto questo e di quanto quella frase non detta per 22 anni abbia fornito l’alibi ad economisti prezzolati per nascondere il fatto che la mancanza di soldi è semplicemente una volontà politica.
Tanto i popoli, quanto gli Stati, servono in crisi e in uno stato di emergenza permanente. E vogliamo parlare invece di Sassoli, che anche lui arrivato con 22 anni di ritardo, ci fa sapere che la Bce potrebbe cancellare i debiti degli Stati contratti per far fronte all’emergenza.
Il re è nudo e non sa più dove nascondersi. Sanno bene che, o fanno immediatamente 10 passi indietro, o il castello di sabbia che hanno costruito si sgretola a suon di starnuti.
In Europa è avvenuta una spaccatura epocale tra chi ha capito che bisogna fare retromarcia e chi invece vuole aspettare che siano i popoli a saltare per prima fuori dall’abitacolo. Sono quelli che vorrebbero porre all’Europa intera il modello Grecia, cioè passare sul cadavere del popolo pur di non cambiare rotta. Ma gli europeisti meno folli stanno provando ad ingoiarsi tutti i vincoli europei. Ed eccoli uscire con queste ammissioni.
La Matrix Europea, la verità dietro i giochi di potere – Con Francesco Amodeo