Diversamente rispetto a quello che accade in altri Paesi europei, come la Germania, in Italia il comune cittadino non si può rivolgere come singolo soggetto legale alla Corte costituzionale. In tempo di emergenza e Dpcm ne deriva che il popolo costretto a misure restrittive di ampia portata, non può contestarne la legittimità.
La legge italiana, però, conferisce questa prerogativa ai rappresentanti eletti dal popolo, cioè ai parlamentari della Repubblica. E qualcuno, dopo mesi di critiche nei confronti del Governo si è mosso contro i provvedimenti emanati dal Premier. Si tratta del deputato Vittorio Sgarbi che, per mano dell’avvocato Alessandro Fusillo, ha presentato ricorso contro Palazzo Chigi e ha chiamato la Consulta a giudicare un presunto conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato.
“In estrema sintesi sosteniamo che il Parlamento è stato espropriato delle sue funzioni”, ha spiegato il legale ai microfoni di Fabio Duranti e Francesco Vergovich. Queste le motivazioni dell’Avv. Fusillo a “Un giorno speciale”.
“Noi del Movimento libertario da mesi ci stavamo chiedendo com’è possibile che nessun parlamentare solleva il conflitto di attribuzione? Poi abbiamo conosciuto il deputato Sgarbi e gli abbiamo proposto di presentare questo procedimento di conflitto di attribuzione. Cosa diciamo in estrema sintesi? Che il Parlamento è stato espropriato delle sue funzioni. In un Paese democratico le leggi vengono fatte dal Parlamento.
Tutte le fondamenta di un Paese democratico sono state messe in discussione, non da una legge (e già ci sarebbero dei problemi), ma da un decreto del Presidente del Consiglio. Quindi noi siamo al di fuori della legalità costituzionale, in cui il Governo ha delegato il suo Presidente del Consiglio ad adottare delle norme che incidono in modo drammatico e terribilmente invasivo sui nostri diritti fondamentali.
Quello che dice l’Onorevole Sgarbi e che diciamo noi nel ricorso è che questo non è possibile. La Costituzione italiana non prevede lo stato di eccezione. Il Parlamento ha il diritto di discutere i provvedimenti, di modificarli e di svolgere le sue funzioni. Tutto questo è stato buttato alle ortiche sulla base di un’emergenza sulla quale ci sono dei fondatissimi dubbi.
Stiamo vivendo un lento scivolamento verso una forma di dittatura presidenziale, di dittatura sanitaria”.