Oggi ho scattato una foto. Una foto in cui si vede un poliziotto nelle strade del centro di Napoli che ferma i passanti portandosi al seguito un fotografo: siamo in pratica nel pieno delle tecniche di propaganda di regime.
Eppure in passato in quello stesso centro di Napoli sono scoppiate risse – c’è stato anche qualche morto – rapine, sparatorie, come avviene un po’ in tutte le grandi città.
Ma i residenti della zona hanno sempre lamentato mancanza di controlli e di forze dell’ordine sul territorio.
Io per anni mi sono occupato di cronache di camorra per un giornale che ogni sei mesi aggiornava la piantina dei clan.
Avete capito bene, ci sono giornali in Campania che riportano i nomi dei clan divisi per territorio e le loro sfere d’influenza: tanto che chi li legge si chiede: “Ma se li conoscono, perché non vanno a prenderli?”
Pare che non sappiano come trovarli, come inchiodarli alle loro responsabilità. Non riescono ad intercettare loro summit né a bloccare il loro operato sul territorio.
Poi scoppia una pandemia, torni la Vigilia di Natale in quelle stesse strade del centro di Napoli e ti accorgi che ci sono migliaia di agenti che fermano i passanti, li identificano, chiedono informazioni su dove stanno andando e con chi si riuniranno.
E vi assicuro che ce ne sono ad ogni angolo della strada: in pratica se avessero adottato in passato questa stessa politica sarebbero stati impossibili gli scippi, impensabili le sparatorie impunite, impraticabile operare in una piazza di spaccio.
Oggi è il caffè espresso che è diventato la nuova droga da smerciare senza farsi vedere, perché dopo le 11:00 i bar possono servire solo acqua.
Il cenone con i parenti diventa il nuovo summit tra fuorilegge da tenere segreto.
Il passante con il pandoro in mano il nuovo soggetto da identificare e perquisire.
Eppure vi ricordo che la Campania è la zona della Terra dei Fuochi, quella che in questi anni ha bruciato la vita a migliaia di persone come nessuna pandemia è riuscita sullo stesso territorio: eppure quelle zone per lo Stato non sono mai state rosse.
Anche Napoli – ahimé – è terra di camorra, di microcriminalità. Molti negozianti che oggi sono costretti a chiudere per colpa dello Stato, ieri lo erano per colpa della criminalità, con una continuità che quasi ne rende impercettibile la differenza.
Eppure agli angoli di quei negozi non c’era nessuno a controllare chi entrasse o che intenzioni avesse.
Oggi è tutto diverso.
“Alzate le mani, siete circondati! Poggiate lentamente il caffè sul pavimento ed allontanatevi.
Poi ai giudici spiegherete perché stavate portando il panettone alla nonna, dato che lei è completamente sola ma ancora perfettamente autosufficiente”.
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