Si avvicina la fine di questo annus horribilis. Vale la pena provare a tracciare un primo bilancio per trarre un insegnamento dall’anno appena tragicamente trascorso.
Siamo già usciti dallo Stato di diritto? Siamo già al di là della democrazia parlamentare classica?
Siamo già entrati in una nuova configurazione sociale, economica e politica che, comunque la si voglia intendere, sicuramente non rientra negli spazi delle democrazie novecentesche?
Io credo che a queste domande si possa plausibilmente rispondere con un sì.
Siamo entrati in un nuovo governo delle cose e delle persone che già da tempo ho proposto di etichettare come “leviatano terapeutico”.
Un regime molto stringente che in sostanza fa valere il teorema del salvare le vite come base per rimuovere diritti e riorganizzare in maniera autoritaria le nostre esistenze.
Ne abbiamo la conferma da una serie di fenomeni: anzitutto l’arte di Governo mediante Dpcm.
Il Dpcm, chiariamolo, è previsto dalla Costituzione. Ciò che tuttavia la Costituzione, salvo errore, non prevede è che si possa governare da ormai quasi un anno a colpi di Dpcm.
Punto secondo che ci aiuta a comprendere come siamo ormai al di là del modus operandi delle democrazie parlamentari è il potenziamento pressoché smisurato del potere esecutivo.
La tripartizione dei poteri fondativa delle moderne democrazie si è dissolta e ha posto in essere un primato quasi assoluto del potere esecutivo. L’emergenza sanitaria come base di un nuovo metodo di governo pone come base questo teorema: se v’è l’emergenza occorre agire senza perdere tempo, quindi urge un decisionismo che richiede il potere massimo dell’uomo solo, dell’esecutivo forte che deve scardinare la canonica tripartizione dei poteri ponendo in essere il potere quasi assoluto dell’uomo solo che opera, nel caso italiano, mediante i Dpcm (ma all’estero trovate formule non poi così diverse).
Altro punto che ci permette di comprendere come siamo usciti dagli spazi canonici delle democrazie parlamentari è come la Costituzione continui ad essere violata: dall’articolo 17, libertà di assemblea, all’articolo 16, libertà di spostamento.
Il paradosso lampante è che in nome dell’articolo 32, diritto alla salute, gli altri vengono messi a tacere come non esistessero.
E’ passata la linea per cui, se occorre salvare le vite, tutto è possibile: sequestro dei diritti, compressione delle libertà fondamentali, sospensione della Costituzione.
V’è davvero di che riflettere.
RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro