“Conte in Libia? Atto atipico del Premier. Gli italiani nel frattempo non sanno se nel weekend sono liberi o no” ▷ Salvatori (HuffPost)

Finalmente libertà: dopo 108 giorni di prigionia i 18 pescatori di Mazara del Vallo sequestrati in Libia, si possono definire liberi. Lo stesso non si può dire degli altri 60 milioni di connazionali ancora incerti sul da farsi di qui a due giorni in mancanza di comunicazioni del Governo.
Un collegamento tra le due sorti che non vuole sminuire nessuno, quello che fa Pietro Salvatori in diretta a ‘Lavori in Corso’: la gioia di riavere i patria i nostri connazionali è finalmente una buona notizia di un 2020 che ne ha viste raccontare davvero poche.

Ciò che è atipico è il viaggio di Conte e Di Maio con destinazione Libia: da ricordare il fatto che queste operazioni diplomatiche non sono solo trattative per i rimpatri, ma anche e soprattutto enormi messaggi mediatici agli occhi di tutto il mondo.
Per questo – come ricorda il giornalista di Huffington Post – non si ha memoria recente di un Premier che andasse di persona alla corte di un generale privo di alcuna ufficializzazione istituzionale al livello mondiale come Haftar.
Tempo e impegno che forse avrebbero potuto essere impiegati nel far conoscere agli italiani le loro sorti, affidando magari il destino dei pescatori al Ministro degli Esteri.
L’intervento in diretta di Pietro Salvatori.

L’unica spiegazione che a me viene in mente è che fosse una condizione posta da Haftar per la liberazione dei pescatori. Questo ci porterebbe però dentro una storia che sarebbe diversa anche da quella dei pescatori, una storia di relazioni internazionali, perché ricordiamo che l’Italia ha sempre sostenuto la legittimità dell’altro governo libico. Se però fosse andato anche solo il Ministro degli Esteri penso che sarebbe stato già un robusto riconoscimento di Haftar.

Io non contesto il lavoro che sicuramente noi non conosciamo (ma diamo il beneficio del dubbio quantomeno) che ha fatto Conte e la Presidenza del Consiglio tutta. Sottolineo due cose: la prima è che nella mia breve esperienza da cronista politico non ricordo un Presidente del Consiglio che sia andato di persona ad assistere o comunque a supervisionare la liberazione di ostaggi sul luogo.
Ricordo foto e tante immagini di Presidenti del Consiglio e Ministri degli Esteri che sono andati all’aeroporto ad accogliere i connazionali che rientravano per esempio. L’ultimo caso è stato quello di Silvia Romano.

Quello che io trovo strano è che noi siamo in una situazione in cui tra una settimana è Natale, ancora oggi ho dubito scrivere un articolo pieno d condizionali, di ipotesi, abbiamo l’esempio di Paesi europei che come noi non sanno che pesci pigliare, ma che se decidono una cosa hanno il seguente tipo di comunicazione: quel giorno il capo del Governo parlerà alla nazione. Puntualmente il giorno prestabilito il leader parla alla nazione e dice quali misure entreranno in vigore.
Noi siamo in una situazione in cui il Governo ha già deciso il da farsi su Natale (già nel Dpcm del 4 ottobre) e che nel giro di una settimana ha detto: “Aspetta un attimo, questo non va bene” e lascia noi cittadini appesi a decisioni che non si sa quando verranno prese, non s sa quali saranno e non si sa quando verranno comunicate.

Possibile che Conte oggi invece di fare 8 ore di riunione oggi e dirci domani mattina che caspita succede ha dovuto fare altro e adesso non si sa quando ci sarà il CdM?
Capisco che Palazzo Chigi non ha detto nulla di ufficiale, ma sono 5 giorni che si parla di ipotesi di restrizioni in questo weekend. La gente giustamente nel perimetro del vecchio Dpcm ha deciso di spostarsi.
Vuoi dire almeno mezza riga per quanto riguarda ciò che accadrà nel weekend?
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