Abbiamo assistito alla surreale scena quasi religiosa dell’arrivo del sacro vaccino sul territorio italiano scortato in una parata. Il vaccino diventa un nuovo sacramento che dovrà essere somministrato a tutti i fedeli del nuovo capitalismo terapeutico.
Intanto pochi, se non nessuno, si pongono la domanda fondamentale: ora che è giunto il vaccino, potremo tornare alla vecchia normalità? Ora che ci verrà somministrato in maniera volontaria o all’occorrenza obbligatoria il vaccino, riconquisteremo il diritto alla nostra vita? Alle nostre attività lavorative? Ai nostri affetti? A un’esistenza più dignitosa di quella aberrante e alienante che abbiamo vissuto?
La risposta è chiaramente negativa, non si tornerà affatto alla vecchia normalità.
I signori del Big Pharma, i segmenti del nuovo capitalismo dominante che in questa fase è quello farmaceutico, del big-commerce telematico, della finanza senza confini, hanno già deciso che il nuovo grande reset prevede che alla vecchia normalità non si torni più.
Ecco perché l’Aifa ci segnala che “anche con il vaccino non dobbiamo pensare di avere un certificato di libertà” e che “anche i vaccinati potranno diffondere il virus e quindi dovranno attenersi ugualmente alla nuova società di sorveglianza totale propria del nuovo leviatano terapeutico.
Il viceministro Sileri ha detto che anche con il vaccino non sono esclusi nuovi lockdown per il 2021. Roberto Speranza ha affermato che anche nel 2021 le zone rosse potranno essere utilizzate.
Pensavate davvero che si potesse tornare alla normalità con una semplice punturina? Se lo pensavate siete degli ingenui, l’obiettivo è molto più grande: la riplasmazione integrale della società fondandola sul nuovo autoritarismo del distanziamento sociale e sulla nuova economia per classi possidenti, e-commerce e multinazionali.
RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro