Mercoledì decisivo per l’economia italiana, Camera e Senato sono state chiamate a votare quello che per alcuni è potrebbe essere un intervento risolutivo per il paese e per altri una condanna: la riforma del Mes.
Se il Mes aveva diviso l’opinione di esperti ed economisti di tutta Italia, la riforma presentata in Parlamento non è stata da meno.
Durissimo il commento del Direttore di Gazzetta Amministrativa Enrico Michetti ai nostri microfoni, che ha definito il comportamento della classe politica italiana “vergognoso”.
“Sono molto deluso da coloro che si erano insediati gridando ai valori e poi hanno cambiato il significato di alcuni termini in maniera vergognosa – ha detto in diretta – questa voglia di ingurgitare soldi a debito significa che tu non hai nessun tipo di responsabilità nei confronti del paese. Perché ingannare il popolo?”
Ecco il suo intervento completo nell’intervista di Ileana Linari e Mimmo Politanò.
“La crisi di Governo è una cosa poco credibile perché dietro abbiamo una qualità di una parte dei parlamentari che se anche proponessero il vaccino al cianuro direbbero di sostenerlo pur di rimanere su quello scranno. Non c’è più una linea di coerenza salvo alcuni partiti. Sono molto deluso da coloro che si erano insediati gridando ai valori e poi hanno cambiato il significato di alcuni termini in maniera vergognosa. Pur di rimanere su quella sedia comoda accettano tutto.
Questa vicenda del Mes è vergognosa. E’ proprio la logica, non è una questione ideologica e politica. Perché se in termini oggettivi servono 9 miliardi, te ne devi andare a prendere 37 indebitandoti? Questa voglia di ingurgitare soldi a debito significa che tu non hai nessun tipo di responsabilità nei confronti del paese. Perché ingannare il popolo? Perché dire delle cose e poi farne altre? Non si parla più di corruzione perché la voce dominante oggi è la disonestà. Di coloro che erano partiti per farla osservare. Si fa soltanto politica assistenziale ma non è con questa che si rimette in sesto un paese. E’ un voto di scambio ed è la cosa più disonesta che c’è”.