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Politica

Vaccino e licenziabilità ▷ L’opinione del giurista Pietro Ichino

Il vaccino anticovid è arrivato in Italia dal 27 dicembre e sono state già fatte le prime somministrazioni, ma i dubbi e le preoccupazioni non mancano. Al Governo infatti vediamo già una netta divisione interna sull’obbligatorietà del farmaco che inizierebbe dai pubblici impieghi. La maggioranza è perciò divisa e i prossimi giorni saranno decisivi.

E’ l’inizio di uno scontro politico, mediatico ma anche pubblico che, inevitabilmente, si trova tra due fuochi.
Pietro Ichino, Giurista esperto di Diritto del lavoro, ha lasciato una dichiarazione al riguardo al Corriere della Sera  sottolineando che non solo si potrebbe rendere obbligatorio il vaccino, “ma in molte situazioni è previsto“.

Vaccino e licenziabilità: ne parliamo a “Lavori in corso” con Pietro Ichino

“Mi limito a dire che tutti i datori i lavoro pubblici e privati hanno l’obbligo di garantire il benessere e la sicurezza di tutti i dipendenti. E’ questa norma con cui dobbiamo fare i conti. Questo se, in particolar modo, l’azienda distribuisce servizio al pubblico dove non è in gioco solo la salute dei dipendenti ma anche quella degli utenti.

Fra due settimane noi saremo in una situazione in cui milioni di persone in tutto il mondo saranno state vaccinate e in cui ci sarà un ritorno di dati sulla sicurezza del vaccino quale non si è avuto per nessun altro vaccino nella storia. Quella perplessità che oggi potrebbe avere una qualche giustificazione non avrà più ragion d’essere e non potrà costituire una scusa per evitare una misura di sicurezza dove l’efficacia è conclamata.

Credo che dovrebbe essere lo stesso sindacato a farsi promotore di una campagna di vaccinazione di tutti i lavoratori, per la tutela e difesa di tutti. Credo che qualsiasi capo ufficio, responsabile di qualsiasi ufficio pubblico, dovrà farsi carico di questo problema.
Se nel suo ufficio dovesse esserci una diffusione della malattia imputabile al non utilizzo pieno degli strumenti disponibili potrà essergli rimproverato sul piano civile e penale. La ministra può scegliere la strategia di persuasione che ritiene migliore.”

Lavori in Corso

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