Il cigno nero è questo evento di grande impatto e imprevedibile come il Covid, ma lo stesso possiamo dire della cosiddetta crisi del 2008 (quella che vi hanno venduto come una crisi finanziaria). Vi faccio notare che, da quando siamo entrati nell’euro, passiamo da una crisi a un’altra crisi. La crisi del 2000, del 2008 e del 2020. E ci sono milioni di beoti che continuano a credere che è una sfortuna. E vi do una notizia: non finirà mai perché il loro modo di farvi ragionare cioè di quelli che accumulano miliardi in borsa, è farvi pensare alla sfortuna. Non c’è nessuna sfortuna, lo ripeto dal 2014, un cambiamento deliberato e pianificato di sistema economico, cioè serve a far accumulare enormi fortune in capo ad alcuni e, invece, miseria in capo a tantissime persone. E le tre regole guardate se non sono sempre applicate in queste così dette crisi economiche.
La prima ad esempio, dell’evento isolato, si inventano sempre come se sia qualcosa di assolutamente imprevedibile. Ma no, voglio dire la Bibbia si parla di sette anni di vacche grasse e sette di magre. Addirittura ci sono concetti di questa natura negli antichi egizi, quindi figuratevi se le crisi sono qualcosa di nuovo. E’ sempre avvenuto nel mondo.
La seconda che riguarda le conseguenze disastrose, e certo ci sono milioni di poveri, 45% di giovani disoccupati e chi se ne frega, “sono sfortune del cigno nero”, ve la spiegano così.
La terza, la capacità della natura umana, se consideriamo uomini bonariamente anche gli economisti di elaborare a posteriori giustificazioni razionali della comparsa del cigno nero. Ma no cari st****i, non c’è nessun cigno nero. E’ un cambiamento pianificato dell’economia e della società nella quale viviamo.
Malvezzi Quotidiani, pillole di economia umanistica con il Prof. Valerio Malvezzi