La pandemia Covid-19 non è l’unica emergenza che abbiamo da un punto di vista sanitario, e non è l’unica in cui intervengono fattori di natura etica. Se non fosse che dietro questi fattori c’è ben altro.
In Polonia, per cominciare con una situazione mondiale, il Governo sovranista sta impedendo di fatto alle donne di utilizzare, quando necessario è a loro discrezione, l’aborto. Questa non è una pratica che ci rende sereni né contenti, e non rende serena né contenta alcuna donna. Ma è un diritto che le donne si sono conquistate sul proprio corpo dopo secoli e decenni in cui morivano per cercare di abortire di nascosto.
Dunque che fosse un diritto garantito dallo Stato era ormai tempo. Effettivamente questo accade quasi in tutto il mondo, eccettuati alcuni paesi integralisti e appunto quelli che si stanno rivolgendo con la testa indietro come la Polonia. Ma avviene anche nella nostra amata Italia in cui c’è la legge 194 che garantisce alle donne, nei tempi e nei modi definiti, la possibilità di ricorrere a questo estremo mezzo. Nelle Marche però, la Regione a guida Fratelli d’Italia, si sta verificando un caso strano.
Si vorrebbe impedire alla donna di utilizzare la pillola abortiva, naturalmente molto meno impattante, pericolosa e meno difficile da utilizzare rispetto all’intervento in senso stretto. La giustificazione sarebbe che si fanno pochi figli in Italia e rischiamo di essere soppiantati da altre etnie. E’ una cosa che farebbe ridere, se non facesse piangere. In ogni caso si deve garantire l’applicazione della legge dello Stato nella maniera più veloce e meno impattante per le donne, cosa che la pillola abortiva consente. Peraltro l’aborto è una di quelle applicazioni in cui molti medici dichiarano di essere obiettori.
Questo però lo fanno a casa loro. Nel senso che essendo una legge dello Stato che deve essere applicata qualcuno che la applichi in tutti gli ospedali ci dovrebbe essere. Invece la situazione non è così.
Ci sono pochi ospedali dove questo si possa fare in sicurezza. Dunque la pillola abortiva è una risposta anche a questo. Se tu mi impedisci di arrivare a un mio diritto, io ci arrivo per la via che è meno difficile e meno dolorosa anche se deve essere fatta ovviamente sotto controllo medico.
Questa improvvisa recrudescenza di fenomeni di intimidazione verso le donne e addirittura di coercizione dei loro diritti fondamentali, acquisti dopo anni di battaglie, fa veramente spavento. Che avvenga in Polonia forse possiamo sopportarlo, ma che avvenga nell’Italia democratica di oggi è più difficile da mandare giù. Speriamo che naturalmente tutto questo non si risolva come si sta risolvendo e che si continui a garantire i diritti non trovati per caso ma conquistati dopo anni e secoli.
GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi