“Nella seconda ondata ha pesato l’improvvisazione: i divieti non sono l’unico modo per gestire la crisi” ▷ Fontana (Dir. Corriere della Sera)

Rispetto alla prima cosiddetta ondata di coronavirus in Italia, quando tutto il Paese è stato posto in lockdown per oltre due mesi, nella seconda tornata dell’emergenza sanitaria il Governo ha deciso di cambiare strategia. Così dalla chiusura totale della primavera siamo passati alle zone a colori dell’autunno/inverno. Ed è proprio su questa linea che il Premier Conte, insieme ai suoi ministri, ha intenzione di procedere ancora.

A seguito delle festività natalizie, il Governo ha varato infatti un nuovo decreto-legge per traghettare il Paese fino a metà gennaio, quando verranno stabilite le nuove disposizioni. C’è il divieto di spostamento tra regioni o province autonome e la “zona arancione” per tutta la Penisola il 9 e il 10 gennaio. Nel frattempo è attesa a breve l’ordinanza del ministro Speranza per il passaggio al rosso di determinate regioni.

Quella che si sta generando è una situazione che il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana, ospite di Luigia Luciani e Stefano Molinari, non ha osato a definire di “improvvisazione”.

Ecco l’intervista al direttore Fontana a “Lavori in corso”.

“Nella seconda ondata ha pesato l’improvvisazione”

“Penso che i divieti non siano l’unico modo di gestire una crisi come l’attuale e che soprattutto questi divieti debbano essere ragionevoli, razionali e programmati. Io immagino, prendiamo una categoria, il ristoratore che un giorno può aprire e il giorno dopo deve chiudere. Quindi io credo che in questa seconda ondata ha pesato questa improvvisazione: diteci quali sono le cose, poche e ragionevoli, che dobbiamo fare. Ma per il resto cerchiamo di non mandare questo Paese a picco. Ci vorrebbe molta meno improvvisazione e molti meno cambiamenti. Io alcuni giorni non ricordo nemmeno di che colore è la mia regione”.

“Il Governo non può andare avanti in questo modo”

“E’ impossibile che questo Governo vada avanti come ha fatto negli ultimi mesi. O ritrova un senso, una missione, un’unità di comportamento, oppure si deve pensare a qualcos’altro. Ormai sono un paio di mesi che andiamo avanti su queste discussioni interne alla maggioranza. E’ un momento cruciale: lo è per il Presidente del Consiglio, lo è per Matteo Renzi, lo è per questa maggioranza”.

“Draghi può portarci fuori da questa situazione”

“Io penso che una fase eccezionale come questa ha bisogno del massimo di coinvolgimento delle forze politiche, la classe situazione di unità nazionale. Il Governo dovrebbe essere composto dalle personalità migliori, sarebbe meglio che i segretari di partito fossero all’interno del Governo. E allora chi sono gli italiani che possono portarci fuori da questa situazione: c’è Mario Draghi, che è l’italiano più importante per competenza. Ha la capacità di poter discutere a livello internazionale. Io da italiano mi augurerei che si cerchi il meglio per il Paese”.