Tamponi anali per scovare il Covid: nessuna dietrologia… è “pura scienza”

Se prestiamo ascolto alla versione ufficiale, quella che fa da sfondo costante al nostro tempo, dovremmo ritenerci felici: abbiamo abbandonato per sempre le nebbie della superstizione e del fanatismo e siamo entrati pienamente in un’epoca illuminata dalla ragione tecnoscientifica.

È in questa luce che possiamo leggere eventi che forse potrebbero in qualche modo incrinare questa concezione che è divenuta lo spirito del nostro tempo.

Per esempio se noi leggessimo quel che viene detto proprio in queste ore su Agi: che “La Cina userà i tamponi anali per chi è ad alto rischio, il virus resta più ore nel canale rettale che in quello respiratorio”.

Ci troviamo nell’ambito della scienza, nessuno deve osar pensare che possa riemergere in qualche modo la superstizione e soprattutto nessuno deve fare in alcun modo complottismo o dietrologia.

A maggior ragione si deve considerare come frutto della pura scienza anche l’affermazione di qualche mese fa dell’infettivologo super-star Massimo Galli: “il virus può rimanere nelle feci, per cui ogni volta che si tira lo sciacquone si crea un aerosol di virus potenzialmente contagioso”.

Anche in questo caso dobbiamo rallegrarci perché non si tratta di superstizione, fanatismo o presa in giro. Siamo nel regno della scienza e della medicina.

È irresistibile la tentazione di commentare questi fatti, ma mi guarderò bene dal farlo perché si tratta di cose, con tutta evidenza, serissime.

RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro