La TV non ha detto tutta la verità su Draghi: tutte le prove che stiamo armando il nostro aguzzino

La frase che va per la maggiore in questi giorni, ripetuta come un mantra soprattutto in TV è: “Draghi è un personaggio di alto profilo“, “Draghi è una persona competente“.
Fin qui ovviamente non ci piove, ma la competenza di una persona è una risorsa per coloro di cui porta avanti gli interessi. Per gli altri diventa un’arma puntata addosso contro la quale è sempre più difficile difendersi.
Allora, anziché concentrarci sull’indubbia autorevolezza di Draghi e sulla sua indiscussa competenza, dovremmo chiederci: ma le userà a favore o contro i popoli? A favore o contro i lavoratori? A favore o contro gli interessi nazionali?
È questo che a noi deve importare.

E non possiamo avere risposta più attendibile se non giudicando da come si è già comportato in passato, quando gli interessi dell’Italia si contrapponevano agli interessi di quelle élite finanziarie di cui lui è autorevole espressione.
Non ci dimentichiamo che Mario Draghi proviene dal Gruppo dei Trenta, ossia il più esclusivo dei club delle élite della finanza internazionale, non da un sindacato dei lavoratori: questo problema dobbiamo porcelo.
Questa competenza a favore di chi vuole usarla?
Nel 1992 ad esempio, a bordo dello yacht dei reali inglesi (il “Britannia”) nella famosa conferenza per le privatizzazioni, quella competenza la usò per permettere alla spietata e controversa Goldman Sachs – nella quale poi Draghi fece carriera – di fare affari d’oro.

Col senno di poi si possono analizzare i dati, da cui si evince chiaramente che quelle privatizzazioni del ’92 furono un disastro per il Paese: una svendita.
Oggi ce ne siamo resi conto con Autostrade per l’Italia, eppure Mario Draghi in quell’occasione usò la sua competenza, ma lo fece a favore di Goldman Sachs.
Con i derivati di Stato, qualche anno dopo, abbiamo rivisto la competenza di Mario Draghi: ci sono banche d’affari che hanno fatto registrare introiti miliardari con quei derivati, ma dobbiamo prendere atto che per le casse dello Stato si sono dimostrati delle vere e proprie armi finanziarie di distruzione di massa.

Nel 2011 abbiamo dovuto pagare 4 miliardi alla banca Morgan Stanley, dove tra l’altro lavorava il figlio di Mario Draghi. C’è stata anche un’inchiesta giudiziaria su quella clausola inserita in quei contratti che ci ha causato un danno erariale incommensurabile: parliamo di 4mila milioni di euro.
Anche in quell’occasione Draghi esercitò tutta la sua competenza, ma a favore dei potentati bancari che, infatti, dopo lo vollero alla BCE.
Nel 2011, ancora una volta, Draghi avrebbe potuto usare la sua competenza e autorevolezza per fare qualcosa a favore del popolo italiano, ossia evitare che crollasse un Governo democraticamente eletto e che l’Italia venisse commissariata dagli strozzini della finanza internazionale. Invece quel “whatever it takes“, Draghi lo pronunciò soltanto quando il Governo era già crollato.

Con il Quantitative Easing e con gli altri strumenti di finanziamento adottati dalla BCE ancora una volta Draghi usò tutta la sua autorevolezza. Ma avrebbe potuto usarla per vincolare le banche a far arrivare soldi all’economia reale, a diminuire il debito privato, ad aiutare i cittadini, le aziende, i lavoratori.
Invece ha aiutato le banche italiane ad acquistare i titoli di Stato in pancia alle banche straniere, poi ha vincolato la Banca d’Italia a riacquistare quei titoli in pancia alle nostre banche: in pratica il debito delle banche è diventato un nostro debito!

Cercate su Google il “saldo target 2” tra Italia e Germania: il grafico vi farà saltare dalla sedia.
Vedrete che con l’inizio delle operazioni di rifinanziamento della BCE, l’Italia è passata da un saldo positivo ad un saldo estremamente negativo. Quei debiti dell’Italia sono poi diventati crediti della Germania; in sostanza è stato salvato l’euro indebitando l’Italia.
La competenza è servita a togliere dai guai le banche tedesche e a salvare la moneta unica. Qui arriviamo al punto: se vogliamo salvare l’euro, allora serve la competenza e autorevolezza di Draghi. Se vogliamo salvare l’Italia dai danni che il sistema euro impone, siete sicuri che non state armando il nostro aguzzino?

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