Dopo il discorso agghiacciante di Mario Draghi ieri in Senato, tutti dovrebbero aver chiarito fino in fondo alla propria coscienza che ogni patriota democratico non può non opporsi a questo Governo. Esso rappresenta il non plus ultra dell’inimicizia rispetto alla democrazia: non è un governo, è il commissariamento dell’Italia da parte di Bruxelles e della Troika.
In tutto il discorso di Draghi non vi è stato un solo riferimento alla Costituzione italiana: un chiaro segnale che non è quello il riferimento attorno al quale si strutturerà l’agire del suo Governo. Il suo valore di riferimento è specificato in tre passaggi chiave.
Ha detto che questo Governo nasce nel solco dell’appartenenza all’Unione Europea, che sostenerlo significa condividere l’irreversibilità dell’Euro, e che gli stati nazionali devono cedere sovranità nazionale.
Nulla di più chiaro: Governo nemico della patria e subalterno a Bruxelles.
Ha anche chiarito la sua posizione rispetto a Washington: ribadendo che l’Italia si colloca nel solco della linea dell’atlantismo.
Si consideri ancora un aspetto tragicomico: nel 2018 gli italiani con il loro voto andarono a esprimere una forma di opposizione rispetto all’euro, votando forze sovraniste populiste come Lega e 5 Stelle. Ora, nel 2021, gli italiani senza essere andati a votare si ritrovano Mario Draghi che fa la lezioncina. Il bello è che continuano a chiamarla democrazia.
Draghi ha poi detto che la Russia viola spesso i diritti dei cittadini: curioso che si dica ciò fingendo che la violazione dei diritti dei cittadini non stia avvenendo in Italia e in Unione Europea a colpi di lockdown e limitazioni di libertà fondamentali. L’ipocrisia di certi discorsi è davvero sconcertante.
RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro