L’Europa League delle italiane trova la sua prosecuzione: agevole a Roma con qualche fastidio, abbastanza sudata a Milano come era prevedibile
Dopo l’eliminazione delittuosa, nell’ottica dei centottanta minuti, del Napoli con il Granada, tra l’Olimpico e San Siro l’Europa League delle italiane trova la sua prosecuzione: agevole a Roma con qualche fastidio, abbastanza sudata a Milano come era prevedibile.
Un gol di Dzeko nel primo tempo mette subito in ghiacciaia la qualificazione per la squadra di Fonseca, che in una gara dai ritmi non travolgenti trova il tempo di raddoppiare con il redivivo Carles Perez, nel frattempo fallendo un rigore con Pellegrini, il quale ha forse calciato con un po’ di sufficienza; assistere alla seconda autorete stagionale di Cristante, mandare in rete ancora una volta Mayoral, che in questa competizione ha trovato sin dall’inizio la sua migliore vena giallorossa. All’Olimpico, tra l’altro, toccherà quasi certamente a lui, perché la smorfia di Dzeko per la “puntura” avvertita all’altezza dell’adduttore non promette nulla di buono, a settantadue ore dalla sfida.
Nello stadio meneghino, nel frattempo, gli uomini di Pioli hanno strappato gli ottavi con ben altre soglia di rischio e profusione di energie. C’era da aspettarselo, ripetiamo, contro gli uomini di Dejan Stankovic. Al rigore, sacrosanto, trasformato da Kessie dopo nove minuti, ha risposto al ventiquattresimo Nabouhane. Da quel momento in poi, rovesciamenti di fronte e risultato sempre in bilico, con un Donnarumma essenziale e provvidenziale, al solito, al momento del bisogno.
Ora non resta che attendere il primo dei responsi: quello dell’urna, per il sorteggio degli ottavi. Ad maiora.
Paolo Marcacci