Mattarella, perché non ne parla? Stanno calpestando la libertà di parola: ci difenda!

Qualcuno mi chiede ogni tanto perché io comunico da Radio Radio e non da altre parti, o comunque perché al di là dei miei social preferisco comunicare da Radio Radio.
La risposta sta qua:
– “Negli ultimi decenni i dati immessi nello spazio olografico è aumentato spaventosamente. Praticamente raddoppiato solo negli ultimi dieci anni, lei capisce che cosa significhi?
– Non esattamente.
– Vuol dire che tutti coloro che immettono informazione sono controllati, anche per ragione di gestione e programmazione dello spazio.
– E come?
– Beh, ha presente la commissione che valuta gli articoli che lei pubblica per conto della sua compagnia indipendente?
– Sì, l’
ente governativo di controllo delle comunicazioni“.

Questo è un brano tratto dal mio romanzo “Futura”. Vi invito a ragionare di fantascienza per chiedervi quanto la fantascienza è lontana dalla realtà. La risposta sta in quello che io prefiguro in un romanzo di fantascienza, e cioè che un giorno ci sarà l’ente governativo di controllo delle comunicazioni. In pratica, tutto quello che vorremo dire, scrivere o pensare dovrà essere filtrato, controllato, verificato. Ci diranno che lo faranno nell’interesse degli altri.

Del resto, se noi guardiamo cosa succede con l’acronimo “TAGAF ” (Twitter, Amazon, Google, Apple e Facebook), queste cinque grandi multinazionali hanno ormai occupato il 25% dello Standard & Poor’s 500 e quasi il 50% del NASDAQ, cioè delle borse tecnologiche.
La censura che viene fatta recentemente su politici italiani da Facebook, Twitter o Google, per cui addirittura dei parlamentari italiani o ex parlamentari non possono esprimere le loro opinioni, essendo magari persone che fanno discorsi politici, è terribile. Lo è perché esiste un articolo della Costituzione italiana che dovrebbe garantire la libertà di parola a tutti e, a maggior ragione, ai parlamentari.

Io non ho sentito dal Presidente della Repubblica una difesa della Costituzione. Ho sentito invece un ragionamento secondo cui, visto che gli imprenditori hanno bisogno di una visione ultranazionale, allora non basta più lo Stato nazionale.
Ci vogliono organismi sovranazionali? Mi va benissimo, Presidente.
Ma allora le tasse non le paghiamo più in Italia: le paghiamo agli organismi sovranazionali (lei evidentemente pensa all’Unione Europea).
A quel punto io voglio pagare le stesse tasse, la stessa pressione fiscale, che pagano i francesi e i tedeschi. Converrebbe molto agli imprenditori, ai liberi professionisti e ai piccoli operatori italiani, sa?

Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi