Variando la notissima formula di Federico Nietzsche potremmo plausibilmente appellarlo allo stato dell’arte “l’eterno ritorno dell’uguale“.
Come nella teorizzazione di sapore stoico elaborata da Nietzsche, anche nella sua contemporanea variazione di ordine sanitario, l’eterno ritorno dell’uguale allude di fatto a una ricorsività tale per cui l’avanzamento e il progresso unilineari sono annientati a beneficio della riproposizione invariata del medesimo.
Ebbene, ormai a un anno dal cominciamento dell’epidemia legata al Covid-19, possiamo ben dire che questo è lo schema generale della miserrima situazione in cui ci troviamo. Come nel gioco dello Yo-Yo (o rocchetto) con cui si baloccano i fanciulli, così nell’odierno tempo pandemico, dalla Fase 2 si torna poi sempre di nuovo alla Fase 1 con movimento pendolare e, naturalmente, sempre attribuendo quel ritorno all’irresponsabile condotta dei cittadini poco rispettosi del sacro verbo dei virologi.
Con le parole del Convivio di Dante, “assai spesso viene scaricata sulla responsabilità del piagato la colpa stessa delle sue piaghe“.
Ci troviamo così al cospetto di un falso movimento, un movimento con cui, come sul tapis-roulant delle palestre, si corre per rimanere sempre immobili nel medesimo punto.
Tale punto coincide con l’emergenza interminabile di una pandemia che da subito è stata presentata come infinita dal logo unico terapeuticamente corretto. Non vi sfugga davvero l’andamento a rocchetto della pandemia e delle misure emergenziali ad essa connesse.
Per chi non sia in lockdown cognitivo permanente – e sempre più persone purtroppo lo sono – è evidente come il canovaccio non muti. E anzi, rimanendo sempre il medesimo permette agevolmente di prevedere le successive mosse che verranno prese da politici senz’anima, che in fondo ormai non fanno altro che tradurre in Dpcm i diktat della cricca dei virologi mediatici super-star.
A tal riguardo lasciate che vi sottoponga una mia profezia non particolarmente originale, invero. Una profezia alla portata di tutti e soprattutto ormai quasi inevitabile per chiunque abbia memoria di quanto accaduto negli ultimi mesi.
Ebbene, prevedo che a partire dal prossimo Dpcm del 6 marzo il quale, si badi, durerà per un intero mese, il leviatano terapeutico guasterà anche la Pasqua proprio con le stesse modalità con cui ha già guastato il Natale.
Anzi, proprio come gli ierofanti dell’ordine sanitario dissero di voler chiudere tutto in autunno per fare salvo il Natale (che poi non fu salvato affatto), analogamente ora sostengono a piè sospinto la necessità di chiudere tutto al fine di salvare la Pasqua (che puntualmente sarà perduta).
Intanto loro staranno già candidamente prospettando nuove chiusure e nuovi allucinanti lockdown, magari con formule edulcoranti quanto fuorvianti, con lo scopo di salvare il Ferragosto.
Farsi ingannare una volta è lecito, capita a tutti. Lasciarsi raggirare una seconda volta è già meno comprensibile. Se poi ci si fa raggirare una terza e una quarta volta, allora significa che si è tagliati su misura per essere continuamente dileggiati e umiliati dall’ordine del potere. Come si usa dire: “Ce lo si è davvero meritato“.
RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro