Torno sull’episodio che ha tristemente coinvolto la deputata dell’unico partito al momento all’opposizione Giorgia Meloni, offesa da un professore universitario.
Una vicenda derubricata a “sessismo” in modo tale da non far capire nulla alla gente: si cercano sempre le contrapposizioni uomo-donna, vecchi-giovani, immigrati-residenti, e via discorrendo. L’unica vera lotta che c’è e di cui non vi vogliono mai parlare si chiama lotta di classe.
Se uno dice: “Io non posso vedere in Parlamento gente simile. Questa pesciaiola – mi dispiace di offendere questi negozianti – di tale ignoranza che non ha mai evidentemente letto un libro in vita sua e che possa rivolgersi da pari a pari a Mario Draghi“, questo non è sessismo, ma classismo.
Quello che io voglio affermare è esattamente l’opposto di quello che pensano questi signori: dobbiamo capire che la democrazia è quella roba lì; ciò che consente alla pescivendola e al negoziante di poter considerare un operaio il professore universitario, il medico, il virologo, l’architetto, il luminare. Io che ho il potere del dèmos (del popolo), io – pescivendolo, tassista, barista – ti obbligo a fare la casa, caro architetto, come la voglio io.
L’idea che noi dobbiamo sempre essere governati dai tecnici come Monti o come Draghi (perché loro ne sanno più di noi) è falsa. La casa la fai come voglio io, e se il tetto lo voglio rosso, così farai. Puoi essere un professore, un luminare, un intellettuale, ma il padrone resta sempre il popolo, e tu il suo operaio.
Questi sono i concetti che dovremo difendere, questo vuol dire Economia Umanistica: l’economia in questo senso è operaia della politica, così come gli economisti sono operai del popolo che ordina loro cosa devono fare.
Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi