Arriva l’ufficialità dei deferimenti, da parte del procuratore federale Giuseppe Chiné, nei confronti della Lazio, del Presidente Lotito e dei medici Rodia e Pulcini. L’accusa è di violazione dei protocolli sanitari anti Covid-19 della Federcalcio.
Torna quindi alla ribalta il tema dei tamponi effettuati dalla squadra biancoceleste, con particolare attenzione al periodo tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre.
Ecco la ricostruzione di quanto è accaduto di Emiliano Bernardini.
“E’ molto grave quello che ha scritto il procuratore Chiné nel dispositivo. Viene contestato un po’ di tutto alla Lazio. Ad esempio di
aver consentito a 3 calciatori di far parte dell’allenamento prima della partita contro lo Zenit. Viene contestato ad Immobile di non essere stato posto in isolamento, nonostante il tampone positivo, e mandato in campo contro il Torino. C’è un altro giocatore, Anderson, che contro la Juventus è stato inserito nelle liste di gara anche se risultava positivo.
Tutto questo nasce dalle mancate comunicazioni. La Lazio non avendo comunicato alla Asl, o avendole fatte in maniera telefonica e non scritta, ha provocato questa situazione. Ad aggravare le cose poi c’è quel tampone fatto al Campus biomedico, a cui Lotito aveva ricorso, con le 3 positività. Adesso si va davanti al tribunale Federale e non credo che le richieste saranno così leggere”.