Dal mio punto di vista, la partita nello Stadio Diego Armando Maradona, fra il Napoli e il Benevento, è stata mediocre. Il club partenopeo però, ha vinto, probabilmente, con merito, su quello sannita: stanco, deluso, o sconfitto ‘a prescindere’. Questo atteggiamento somatico, si è percepito fin dall’entrata in campo, nella postura: alcuni giocatori apparivano quasi ripiegati su se stessi e negli occhi l’incertezza, o la paura, la notava il più distratto dei tifosi. Le condizioni atletiche di alcuni infortunati, le assenze di Glik, più il problema di Schiattarella, sono stati senza dubbio fattori negativi per ‘La Strega’.
Il Benevento, è partito con la migliore squadra possibile che Inzaghi, Foggia e Vigorito, potevano schierare; pur se alcuni atleti, sono stati messi in ruoli improvabili. Si percepiva che in campo alcuni sanniti davano l’impressione di essere stati stregati dai napoletani già negli spogliatoi. Stanchezza, o soggezione nei confronti dei grandi nomi del campionato di Serie A? Arrendevolezza congenita, o riconosciuto, concreto limite tecnico-atletico?
Non amo criticare i calciatori, perché ho rispetto, in sostanza, di questi giovani uomini, che generalmente, ce la mettono tutta per ‘dare il meglio di sé’ ma il mio compito è quello di pensare e commentare con la scrittura una partita di calcio. Devo quindi assumermi la responsabilità dei miei contenuti e avere il coraggio di scrivere pur sapendo del rischio di diventare impopolare ad alcuni tifosi e ai calciatori stessi; per non parlare del presidente, del direttore sportivo, dell’allenatore, del medico, del massaggiatore, del magazziniere e degli eccetera, eccetera, eccetera.
Montipo’: bel ragazzo, dagli occhi chiari che a volte fa parate importanti e in altre dimostra immaturità o poca concentrazione. Non basta gridare i nomi dei compagni in barriera per essere un grande. Ha la possibilità di migliorare ma si impegni a farlo. Inoltre dovrebbe allenarsi a calciare, o pretendere dall’allenatore che le azioni non inizino da lui.
De Paoli: tanto entusiasmo aveva destato in me al suo arrivo ma è da qualche partita che commette troppi errori e si lascia saltare con disarmante facilità. Ieri Lorenzo Insigne, 163 centimetri, ha fatto di lui ciò che ha voluto.
Anche Foulon dopo un inizio di campionato promettente, nelle ultime esibizioni si sta spegnendo; dando l’impressione di esser fragile soprattutto psicologicamente di fronte a qualche errore che commette.
Barba: è quello che più stabilità dà alla difesa, ma trova difficoltà a scambiare corto con i centrocampisti; e quando incontra avversari veloci, si trova in difficoltà.
Hetemaj: un guerriero mai domo. Esempio positivo di che cosa debba essere il calcio e l’impegno totale sul terreno di gioco.
Schiattarella: ottimo calciatore, ieri in difficoltà fisica; ma se entrasse più in armonia e scambiasse di più con Viola, riuscirebbe ad essere più utile a se stesso e a tutta la squadra.
Viola: nel primo tempo è stato sacrificato in un ruolo non suo, ma qualche palla buona è riuscito a giocarla lo stesso. Nel secondo tempo, si è sentito maggiormente a suo agio e nel suo ruolo consueto, ha dimostrato di poter duettare con Gaich in lungo, in alto, e negli spazi ridotti con maggiore geometrie e in modo più pulito di come lo fa con Lapadula. Nel primo tempo, inoltre ha tirato un insidioso calcio d’angolo ad effetto che è stato pericoloso per il portiere del Napoli (tentando di far gol da calcio d’angolo) quasi a cercare una vendetta per quello del campionato scorso, che un arbitro troppo ‘fiascale’ (sic) scusate fiscale, gli ha ‘rubato’ dal suo curriculum. Non dimentichiamo che è appena alla quarta partita dopo un’operazione al menisco e un recupero ‘complesso’ e un anno di inattività.
Ionita: corre nel campo a destra e a sinistra, ma purtroppo a vuoto. Non difende e non attacca e questo soprattutto nelle ultime partite. Potrebbe e dovrebbe dare di più.
Caprari e Lapadula: sono volenterosi, ma troppo egoisti per una squadra di calcio che vuol essere ‘vincitrice’. E’ ormai un luogo comune affermare che gli attaccanti devono essere ‘egoisti’. Gli attaccanti, invece, devono essere lucidi e vedere se un compagno è piazzato meglio di loro, per fare gol. Quello che conta è la squadra.
Gaich, in pochi minuti ha dimostrato, nonostante la sua giovane età, di giocare più pulito di Lapadula. Misura 190 cm e non teme nessuno. Lo conoscevo dall’Argentina e pur se poco servito ieri, mi ha dato l’impressione di trovarsi a suo agio con Viola e nel calcio italiano.
Letizia in campo è una buona notizia, ma è naturale che abbia bisogno di rodaggio dopo il problema muscolare che lo ha tenuto circa un mese fuori dal campo.
Giusta l’espulsione di Koulibaly. Bellissimo da vedere Lorenzo Insigne. Male l’arbitro. Dal mio punto di vista è stato uno di quegli che evitando una punizione qua e dando una punizione là, e non ‘vedendo’ neanche al Var la realtà vera e indiscutibili delle immagini, condiziona le partite. Finché vi saranno certi arbitri in campo il più bel gioco del mondo lascerà l’amaro in bocca a chi ama lo sport vero. Non sto dicendo che il Napoli non avrebbe vinto lo stesso. Ma ci sono modi e modi.
Mimmo Politanò