Draghi, non raccontarci balle: sappiamo benissimo la vera funzione di questo nuovo lockdown nazionale

A un anno esatto dal cominciamento del nuovo ordine terapeutico, e dunque dalla nuova razionalità politica che si fonda sull’emergenza infinita, possiamo ben dire, con Zarathustra, che le cose tornano eternamente su di sé: l’Italia tutta volge, infatti, al lockdown nazionale, quantunque mascherato dietro il puerile giuoco delle sfumature cromatiche. Per chi sappia avventurarsi al di là della cortina fumosa delle apparenze e del vitreo teatro proditorio della narrazione egemonica, è chiaro come il sole che l’emergenza non finirà, perché su di essa si fonda un nuovo ordine sociale, politico ed economico: il quale, per poter durare, necessita del durare dell’emergenza stessa.

L’arrivo di Mario Draghi, e la conseguente neutralizzazione di ogni residua forma di opposizione politica, rappresenta il compimento dello smembramento neoliberista della nazione, favorito in modo non marginare da una emergenza epidemiologica che, fin da subito, ha assunto una chiara funzione liberista. Lo stesso Mario Draghi, peraltro, ha testualmente precisato che, anche se nociva per l’economia, la stretta è necessaria per tutelare la salute degli italiani: insomma, ancora una volta, a prestar fede alla narrazione egemonica, si dovrebbe ammettere che per i numi tutelari del liberismo, tra i quali ovviamente Mario Draghi, la salute sarebbe più importante rispetto all’economia; si tratta di una fiaba a cui può credere, forse, qualche ingenuo e in buona fede bambino delle scuole elementari.

Agli ierofanti del liberismo, della salute dei popoli non importa precisamente nulla, come del resto è ampiamente suffragato dalle chiare politiche di ristrutturazione della spesa pubblica e di spending review nell’ambito della sanità che hanno sempre con solerzia applicato. La verità è che, ormai, l’emergenza sanitaria è divenuta a tutti gli effetti, come bene ha mostrato Giorgio Agamben, un preciso metodo di governo delle cose e delle persone. Tanto più efficace, quanto più riesce a nascondere la propria reale natura dietro un discorso ideologico di tipo medico. Finché ci si ostinerà a ragionare su ciò che sta accadendo in termini meramente medici, poco o nulla si capirà dei reali rapporti di forza in giuoco, degli effettivi mutamenti socio-politici ed economici che stanno celermente prendendo forma, sfruttando al grado massimo la narrazione dell’emergenza epidemiologica.

La verità evidente è che provare a combattere un’epidemia con i lockdown, o confinamenti domiciliari coatti, risulta assurdo almeno quanto il gesto di chi provasse a fermare un maremoto con un cancello sulla battigia. Per questo la funzione reale dei lockdown è di ordine politico, sociale ed economico. Con il lockdown si educa la popolazione a un nuovo autoritarismo repressivo, quasi come se la libertà venisse concessa a singhiozzo dal potere, che poi se la riprende calpestando il volto dei sudditi con uno stivale.

RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro