Draghi lo aveva detto: “È una pandemia di lungo termine”. Ecco il documento inquietante del premier

Dato che nessuna importante televisione o quotidiano nazionale sembra aver preso visione di questo documento e che nessun politico ne parla, lo faccio io per continuare a dare fastidio. Lo faccio per vedere se almeno qualche politico italiano si sente in imbarazzo di sostenere il Governo Draghi, nel momento in cui il Professor Draghi è uno dei principali estensori del cosiddetto documento del Gruppo dei Trenta.
In quel documento troviamo scritto: “Siamo sul crinale dell’insolvenza di molti settori e giurisdizioni, ed è duro determinare la sopravvivenza di lungo termine delle imprese durante la pandemia“.

Nel documento quindi è esplicitamente detto che dobbiamo toglierci dalla testa che la pandemia sia un fatto di breve durata.
Ma non doveva finire coi vaccini? Qualcosa non mi torna.
Qui si parla di lungo termine: l’economia a lungo termine va oltre i cinque anni. Convenzionalmente con “breve termine” si intende da 0 a 3 anni, medio da 3 a 5 e lungo oltre i 5 anni. E Draghi non ha scritto solo questo.

Un livello di spesa pubblica che sarebbe insostenibile durante una continuazione della pandemia di lungo termine incoraggia lo sviluppo di azioni politiche che supportino la resilienza economica sul lungo termine“.
Ed ecco che c’è questo termine: “Resilienza“, che viene praticamente copiato nel piano nazionale di Recovery e resilienza. E’ chiaro che c’è una mano che usa questi termini, questi concetti, queste linee politiche dietro le indicazioni politiche prese dai governi.
Lo richiedo: non doveva finire tutto coi vaccini?

Ogni costo di spesa pubblica di oggi dei governi dovrà essere pagato in futuro“, si legge in seguito. Ma come, non ci avevate detto che sono contributi a fondo perduto?
Poi c’è una frase interessante: “Nei paesi dove c’è una larga quota di finanza e di corporate sector posseduta dallo Stato – attenzione – ci sarà meno scopo per gli azionisti privati di assorbire alcuni costi“. Vi ricordo che Mario Draghi, come direttore generale del Tesoro era quello che ha spinto l’industria di Stato a diventare azienda privata, e qui capiamo il suo modo di pensare: dice in sostanza che dove ci sono degli Stati che hanno un’azienda pubblica, c’è meno interesse da parte dei privati di assorbirne i costi.
Oggi questo signore è il Presidente del Consiglio. Fate voi.

Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi