L’incredibile decisione dell’Ema su AstraZeneca. Ora è chiaro: la salute non c’entra niente

L’agenzia del farmaco europea si è pronunciata sul caso AstraZeneca. Non l’ha fatto con un “sì” che confermasse le possibili correlazioni tra vaccino e trombosi, quindi richiamando il farmaco a nuovi test per poi rimetterlo magari sul mercato senza riserve. Ma non si è pronunciata neanche con un “no” secco, escludendo categoricamente questo rischio e smascherando quindi l’agguato commerciale della Germania ai danni dell’azienda anglo-svedese.

L’Ema ha fatto quanto di peggio potesse fare per l’immagine di AstraZeneca e per la percezione dei cittadini a riguardo.
Si è pronunciata con un “ma” che fa il gioco dei suoi concorrenti più diretti, ossia il vaccino tedesco in arrivo della Curevac. Che vuol dire pronunciarsi con un “ma”? Vuol dire aver comunicato al mondo che non c’è il rischio che il vaccino provochi trombosi, “ma” questa eventualità verrà segnalata nel bugiardino.
Ovviamente se io blocco un farmaco per il rischio che possa provocare trombosi, poi dico che quel rischio non c’è ma che va segnalato nel foglietto illustrativo, sto indirettamente confermando quel rischio, almeno nella percezione dei cittadini. E’ chiaro che se non ho dubbi il bugiardino non lo dovrei modificare.

Se a questo aggiungiamo il “ma” pronunciato dalla stessa direttrice esecutiva dell’Ema, che ha esordito la stessa conferenza stampa di AstraZeneca dicendo “io mi vaccinerei domani, ‘ma’ devo sapere cosa fare nel caso mi succedesse qualcosa“, vuol dire che tutto quello che aggiungi dopo una frase del genere per tranquillizzare sui benefici di quel farmaco è assolutamente inutile, ed è un tentativo di chiudere la stalla dopo aver fatto volontariamente scappare i cavalli.
Ma questo atteggiamento così ambiguo cui prodest? Qui arriviamo a quella che deve essere per forza definita la geopolitica dei vaccini: ricordiamo che solo nel 2021 ci sono in ballo 150 miliardi di dollari, e davanti a queste cifre ti compri il mondo, quindi la tutela della salute non c’entra più assolutamente nulla. E’ solo una questione di business e di politica.

E il fatto che l’Ema abbia dichiarato di dover aggiornare il bugiardino, pur senza riconoscere il rischio che andrà in esso comunicato, altro non è che un tributo alla Germania, che ha bisogno di far crollare l’immagine di un diretto concorrente dei suoi vaccini ai danni di un’azienda contro la quale nulla può dal punto di vista della concorrenza sui prezzi (AstraZeneca è infinitamente più economico).
Ma quali sono i motivi per cui la Germania avrebbe interesse a far fuori AstraZeneca?
Il primo è sicuramente il fatto che verrebbe favorita la Pfizer Biontech, colosso farmaceutico statunitense da parte di Pfizer, ma tedesco da parte di Biontech.
Biontech che, ricordiamo, è stata finanziata con 400 milioni di euro di denaro pubblico.
Il secondo motivo è il fatto che è in dirittura d’arrivo il vaccino tedesco della Curevac. Terzo, il fatto che la Germania ha le spalle coperte, avendo acquistato al di fuori degli accordi dell’Unione Europea 30 milioni di dosi della Pfizer Biontech.

Noi italiani invece non facciamo altro che correre dietro agli interessi della Germania, gettando fango sull’unico vaccino che vedeva coinvolta, tra l’altro, un’azienda italiana.
Non abbiamo spiegato che tutti i vaccini potrebbero essere potenzialmente dannosi al fine di tutelare le persone, ma abbiamo tutelato – come al solito – gli interessi franco-tedeschi ai danni di tutto il resto dei cittadini europei.

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