E’ passato ormai un anno dall’inizio della pandemia. Possiamo capire i primi giorni, i primi mesi. Poi abbiamo avuto un sacco di promesse dal Governo precedente e dal nuovo a trazione Draghi, l’uomo delle banche. Abbiamo un generale a gestire la vaccinazione. E intanto sulla sanità pubblica? Non abbiamo visto novità, né col Governo di prima, né con quello di adesso.
Il Ministro della Sanità aveva promesso a maggio il 115% in più di assunzione di medici e infermieri: non sono arrivati. E’ arrivata però una cifra enorme di morti lo scorso anno. L’anno scorso il nostro paese ha pagato 165 miliardi in più – quasi pari ai soldi a strozzo che dovrebbero arrivare dall’Unione Europea – e mezzo milione di disoccupati in più, praticamente un disastro.
I soldi che arrivano adesso saranno spalmati in sei anni, quindi vorrei capire cosa si farà con questi 30-40 miliardi di euro l’anno in più.
Si potrebbe fare molto, ad esempio sulla sanità pubblica. Ma non lo fanno.
Questa malattia può essere debellata all’origine, a casa. Con una medicina di prossimità, con una medicina di territorio. Non con Tachpirina e vigile attesa, che poi sei fottuto, perché se arriva la febbre alta e la polmonite arrivi in ospedale – intasato – e muori.
Poi ci sono i vaccini, e qui l’Europa è altro che matrigna. Lo vedete: preferiscono avere 500 morti al giorno piuttosto che rivolgersi ai vaccini cinesi o russi. Trovano un sacco di balle e l’Ema fa un sacco di storie.
San Marino, un paese piccolo ma dignitoso, con 30mila abitanti è riuscito ad avere il vaccino russo. Perché? Perché non sta dentro la NATO, perché non sta dentro l’Unione Europea.
E poi si gioca coi brevetti, si dice che queste grandi aziende devono fare profitto, ma lo sapete che in Europa hanno preso soldi nostri per finanziare con 450 milioni di euro Big Pharma?
Sono nostre queste aziende, altro che privati. E fanno del lucro incredibile.
Infine ci sono le associazioni che dovrebbero darci sicurezza, penso all’Aifa, che su AstraZeneca ne ha combinate di tutti i colori: prima hanno detto che si poteva prendere fino a 55 anni, il giorno dopo fino a 65, poi fino a 80 e anche oltre. Tutto in tre o quattro giorni.
Quali sono le evidenze scientifiche che questi hanno messo sul campo? Perché cambiare idea così?
Ho l’impressione che non ci si possa davvero fidare. Servirebbe un cambio di sistema, ma noi ci limitiamo almeno a parlare chiaro agli italiani: dove c’è il profitto le cose non vanno affatto bene.
3 minuti con Marco Rizzo
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