L’orgoglio della Juve, le colpe della Lazio che dopo il gol si è ritirata invece di insistere

“Merito della Juve, ma anche demerito profondo di una Lazio in cui troppe seconde linee non sono all’altezza”.

La Lazio ha perso nettamente contro la Juve, dopo venticinque minuti in cui sembrava che la partita potesse prendere un indirizzo diverso.
Sì, perché i bianconeri con tante assenze e tanti giocatori fuori ruolo, faticavano a ritrovarsi in campo, con Danilo in mezzo al campo in un compito chiaramente non suo. Così sono arrivati una serie di errori, fino ad un retropassaggio di Kulusevski che ha innescato la rete di Correa.

Solo che invece di crederci, di insistere, di affondare nei problemi della Juve, la Lazio si è fermata, permettendo agli avversari di riorganizzarsi. E lì, con l’orgoglio di gente come Chiesa e Morata, con la classe troppe volte inespressa di Rabiot, la Juve ha rimesso fuori la testa, indirizzando a suo favore la partita.
Merito della Juve, come detto, ma anche demerito profondo di una Lazio in cui troppe seconde linee non sono all’altezza – come era chiaro da sei mesi a questa parte – e con alcuni titolari che sono in evidente difficoltà atletica e avrebbero il diritto di rifiatare.

Tutto questo non succede, non è successo e la Lazio vede allontanarsi la zona Champions. C’è da riflettere. Seriamente.

Alessandro Vocalelli