Davide batte Golia: sì, stavolta è successo davvero. Il Benevento espugna lo Stadium e supera di misura la Juventus. Un fulmine a ciel sereno che conferma la parentesi critica dei bianconeri. Per le Streghe, invece, si materializza un sogno. Un sogno che potrebbe valere molto in chiave salvezza.
La rete decisiva firmata da Gaich, stimolato dall’imbarazzante errore di Arthur, ha scatenato la gioia del popolo campano, forse incredulo del trionfo compiuto dai ragazzi di mister Pippo Inzaghi.
Un miracolo sportivo raccontato, in diretta sulle frequenze di Radio Radio, dal capitano giallorosso Nicolas Viola
Il racconto dell’impreso in casa bianconera
“Abbiamo festeggiato questa vittoria. Per noi era importante fare risultato per muovere la classifica. Sapevamo che era un campo veramente ostico e importante, quindi questi punti valgono qualcosina in più per il morale. Adesso rimane la consapevolezza che ci deve accompagnare per il prosieguo del campionato. Forse abbiamo scritto la storia, però adesso il traguardo della salvezza è più vicino e non ci deve sfuggire di mano“.
Lo scambio della maglia con Cristiano Ronaldo
“E’ una grandissima emozione. Giocare contro questi campioni è il sogno di una vita per chi pratica questo sport. Lui era un po’ ‘incazzato’, per la prestazione, però avere un ricordo del genere per me è un onore“.
Dal campo quale è il problema della Juventus?
“La partita, pian piano, ha dato più certezze a noi che a loro. Perché loro avevano il possesso palla, però ci hanno messo poco in difficoltà soprattutto nel primo tempo. Logicamente giocare contro queste squadre richiede una attenzione maggiore, quindi non potevamo sbagliare nulla. La difficoltà secondo me, come è successo anche in altre partite con la Roma o il Napoli all’andata, si collega con il fatto di trovare questo Benevento voglioso di lottare su ogni pallone. Quindi voglio dare i meriti al Benevento, rispetto ai demeriti della Juventus“.
Pippo Inzaghi è un mister che migliora i giocatori o è più bravo a leggere le partite tatticamente?
“Il mister è sicuramente un motivatore. Perché basa tutto sull’umiltà, sul coraggio e sulla voglia di fare risultati importante. Lui ci ha creduto forse prima di tutti su questa partita perché, abituato a certi palcoscenici da calciatore, vive l’ansia in un modo diverso. Poi riesce anche a trasmettere quello che ha in testa“.
Cosa ha fatto Inzaghi per infondere nel gruppo questo coraggio?
“In settimana sono successe parecchie cose. Ad esempio il ritiro, poi revocato, con il mister che ha contribuito direttamente per revocarlo. Perché ha capito l’importanza della gara e, nonostante la brutta sconfitta con la Fiorentina che per noi era un passaggio troppo importante, ci ha dato quella serenità che ci ha permesso di non pensare a nulla tranne che alla partita”.
Differenze tra Gasperini e Pippo Inzaghi?
“Ho avuto Gasperini a Palermo quando ero molto più giovane. E’ un allenatore che, dal punto di vista fisico, chiede tantissimo. Quindi la squadra all’inizio fa fatica ma dopo, secondo me, vola. Inzaghi lavora più sulla testa dei calciatori. A livello umano è un allenatore molto diverso. Capisce i giocatori e ti da quella spinta in più per trovare la serenità anche nei momenti difficili“.
Su De Zerbi
“In ogni cosa che faccio cerco di migliorarmi sempre. Per me avere un allenatore come De Zerbi è stata una svolta. L’ho trovato forse tardi, a 28 anni, e se fosse successo prima avrei visto il calcio in modo diverso. Sul ruolo del centrocampista centrale mi ha aperto un mondo che per me era sconosciuto. Non posso che ringraziarlo“.
La scoperta di Gaich
“E’ venuto in punta di piedi. E’ un ragazzo eccezionale. Magari la lingua non lo ha aiuta inizialmente, però in campo parla come noi. Poi fa dei movimenti, insieme a Lapadula, che per me sono importantissimi per poter fare qualche passaggio interessante. Gli attaccanti hanno bisogno di palle filtranti e di essere cercati durante la partita“.
Come hai trovato ieri il centrocampo della Juventus?
“Sicuramente è un centrocampo costruito da grandi campioni. E’ logico che per loro è un momento negativo, però questo è un campionato un po’ particolare. Quello che accade fuori, psicologicamente parlando, può condizionare i giocatori in campo. E’ un anno particolare. Penso che la Juventus abbia la storia per risollevarsi da questo periodo. E’ una squadra costruita per vincere, ma un momento di difficoltà può capitare a tutti“.
L’Inter ha in mano lo scudetto?
“L’Inter, come squadra affrontata, è la più completa in assoluto. E’ la squadra che sicuramente ci ha messo più in difficoltà di tutte. Per me è costruita per vincere lo scudetto“.
E per la corsa Champions League?
“Vedo favorite la Juventus e l’Atalanta. Però credo che la Roma a livello di gioco, avendola affrontata, offre trame importanti. Poi non so per quale motivo a volte non riesce a raggiungere la vittoria, però a livello di gioco è quella che mi ha impressionato più di tutte“.