Oggi dalle 17.00 a Napoli torna la protesta e la proposta.
Una protesta sempre più legittima, sempre più persone consapevoli che aspettando le direttive del governo molte aziende sono destinate a fallire. Ma soprattuto sempre più consapevoli che i sacrifici richiesti ai commercianti, ai gestori di ristoranti, di bar, di pizzerie di palestre, non siano funzionali al contenimento del virus.
Ormai la realtà dei fatti, i numeri, e gli ultimi studi scientifici hanno messo chiaramente in evidenza che non sono di certo bar, ristoranti, pizzerie e piccoli negozi al dettaglio i luoghi dove il virus si diffonde. Sarebbero anzi i luoghi dove applicare meglio le misure di contenimento.
Quindi l’accanirsi contro le microimprese è l’evidenza che si sta cercando di indurre il fallimento di alcune aziende per permettere evidentemente ad altre di acquisire quote di mercato. Questo non è più ammissibile.
Ecco perché Napoli oggi si propone nuovamente capofila di una protesta organizzata dal movimento “Io apro” per sensibilizzare i commercianti campani a riaprire il 6 aprile. E a farlo tutti insieme, in tutta Italia.
Il momento dell’attesa è finito. Hanno chiuso quando dovevano chiudere, hanno adeguato i locali quando gli è stato chiesto di adeguarli, hanno aspettato di monitorare l’indice dei contagi per capire se davvero quel tipo di attività avessero avuto un impatto sulla diffusione del virus.
Oggi finalmente molti hanno cominciato a capire che i conti non tornano. Che c’è qualcosa che non va.
Se io a Napoli devo tenere chiuso il mio B&B ma mi è permesso di raggiungere un B&B all’estero e poi rientrare in Italia, se nel mio bar non posso farti entrare, ma tu puoi entrare al supermercato con decine di persone; se nel mio negozio non posso farti entrare, ma tu puoi entrare nel grande centro commerciale, se il cinema indipendente chiude ed apre l’ingrosso cinese al suo posto, se l’azienda specializzata non riesce ad andare avanti e viene comprata dal fondo straniero, se la pizzeria chiude e apre il McDonald, allora nessuno meglio dei napoletani può dirvelo: ccà nisciuno è fesso.
Non ci resta a questo punto che organizzarci e cambiare il destino che i potentati hanno pensato per le piccole imprese, considerate “aziende zombie“, come con coraggio hanno scritto nel report del Gruppo dei Trenta a firma di Mario Draghi.
Dalle 17:00 in poi, a Piazza del Plebiscito di Napoli, “Io apro”.
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