“Covid, uscire in zona rossa non è reato”: è quanto spiega il sito laleggepertutti.it in un articolo dell’11 marzo che rivela di una coppia che è stata assolta dal giudice del Tribunale di Reggio Emilia.
La coppia, apprendiamo, era uscita di casa durante la fase dell’arresto domiciliare coatto, detto anche lockdown, ed era per ciò stesso stata fermata dalle forze dell’ordine in coerenza con il Dpcm del marzo 2020. Poiché aveva fornito un’autocertificazione successivamente rivelatasi falsa, la coppia era stata accusata.
Il giudice ha rilevato che il fatto non sussiste dacché il Dpcm, ha deciso il giudice, è in aperta violazione della Carta Costituzionale italiana.
L’ho detto e lo ribadisco: la salute è una cosa importante, come peraltro dice la nostra Costituzione, e assai seria è la lotta contro l’emergenza epidemiologica, tuttavia mai e poi mai la difesa della salute e la lotta contro il virus possono diventare il puntello di giustificazione di politiche che violino la Costituzione nei suoi principi fondamentali comprimendo libertà e diritti.
L’intervento del giudice di Reggio Emilia giunge come una prova inconfutabile di ciò che già sapevamo ma che non aveva ancora avuto purtroppo l’adeguato supporto della legge.
D’ora in poi su quali basi ci imporranno il lockdown? E quando giuristi e operatori della legge faranno valere una giusta opposizione al criminale principio del divieto di assembramento che da un anno ci costringe a vivere in una situazione che troppe analogie presenta con i regimi autoritari del ‘900?
La verità anche se sommersa viene infine a galla: il giudice di Reggio Emilia ne è una felice conferma. Emergeranno le responsabilità imperdonabili di chi per ora riesce a passare agli occhi della pubblica opinione per eroe.
RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro