Occupiamoci un po’ di geopolitica dei vaccini, dato che di sconto geopolitico si tratta. La tutela della salute in questo caso è solo lo specchietto per le allodole: tra l’altro continuano a ripeterci che con il virus siamo in una guerra, ma nessuno che abbia il coraggio di dire che in questa guerra i popoli sono i prigionieri. E i vaccini? Le nuove armi di conquista.
“Sono andati via con i carri armati, sono tornati con le banche“, disse Orban a proposito della crisi del 2011. “Sono andati via con le banche, sono tornati con i vaccini“, potremmo aggiungere nel 2021.
Gli USA e la Gran Bretagna sono i paesi che hanno per ora il primato della diffusione dei vaccini tra tutti gli Stati del mondo, ma a fronteggiarsi per riscrivere gli equilibri della geopolitica al momento ci sono anche la Cina, la Russia e l’India.
Con tre vaccini in campo gli USA sono la vera superpotenza. Ricorderete che l’americana Pfizer offrì un ricco accordo per lo sviluppo di un vaccino contro il Covid alla tedesca Biontech, finanziato anche dallo Stato tedesco e dalla Banca Europea degli Investimenti: questo è il motivo per cui in Europa provano a fare fuori AstraZeneca.
Il vaccino Pfizer Biontech oggi è somministrato in 77 paesi, ed è stato scelto da tutte le nazioni europee, comprese quelle dell’est. E’ quasi del tutto assente però nel continente africano, e in Sud America non ha conquistato i paesi più grandi, tranne la Colombia.
Recentemente è stato approvato anche il terzo vaccino made in USA, quello della “Johnson & Johnson“, utilizzato attualmente solo dagli Stati Uniti e in Sud Africa, ma molti paesi – tra cui l’Italia – lo hanno autorizzato.
Il più utilizzato al mondo è l’anglo-svedese AstraZeneca, complice il prezzo più basso: tra i 78 paesi che ne fanno già uso ci sono quasi tutti i paesi europei, anche quelli dell’est, e a differenza dei vaccini americani, AstraZeneca è molto usato anche in Africa.
Se AstraZeneca però è il più economico, dobbiamo dire che il vaccino russo “Sputnik” è stato il primo al mondo registrato contro il Covid-19 nell’agosto dello scorso anno. Lo Sputnik al momento è stato autorizzato in quasi 50 paesi, ma è operativo soltanto in 18, e l’autorità del farmaco europea (l’Ema) non gli ha dato ancora l’autorizzazione. Questo lo rende il caso che più di tutti rende l’idea di come ci troviamo nel contesto di una guerra geopolitica, infatti anche se il vaccino Sputnik sarebbe utile a diversi paesi, questi non lo autorizzano perché non vogliono finanziare politicamente il governo di Putin.
L’Italia è l’unico paese europeo che ha siglato un accordo per la produzione di dieci milioni di dosi di Sputnik, e questa rottura del fronte antirusso è stata accolta con molta freddezza dai maggiori paesi dell’Unione Europea.
Poi abbiamo la Cina, che invece di offrire i propri vaccini pensa solo a quelle che potrebbero essere alleanze strategiche in campo geopolitico: il Dragone sta veramente facendo un’operazione chirurgica con i suoi due vaccini “Sinopharm” e “Sinovac”.
In Sud America, per esempio, le esportazioni riguardano colossi come Argentina, Brasile e Perù e tutti quelli che hanno detto di no al vaccino americano.
Nel sud-est asiatico invece, l’offensiva è tale che Stati Uniti e Giappone sono pronti a finanziare un miliardo di dosi da produrre in India per distribuirle in Australia e in tutto il sud-est asiatico, provando a creare un argine contro la Cina.
L’India ha elaborato due vaccini ma produce il 60% dei vaccini distribuiti nel mondo, in particolare quelli di AstraZeneca: questo fa sì che l’India sia una potenza sullo scacchiere dei vaccini.
Per concludere, dobbiamo rilevare che la Cina produce la maggior parte delle molecole e dei principi attivi; l’India produce il 60% dei vaccini mondiali e gli USA monopolizzano il settore dei bioreattori e dei materiali plastici necessari per questi farmaci.
In mezzo, l’Europa, che ha già perso questa guerra e ora è alla mercé delle altre potenze mondiali.
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