Mai come in questo periodo è stato chiesto ai cittadini di riporre massima fiducia nella scienza, nei numeri, nelle statistiche… in tutto quello che fotografa situazioni che non possono essere smentite. Mai come ora però questa fiducia nella scienza è stata veicolata solo verso studi o tesi che rafforzano il pensiero unico, quello da imporre alle masse. Mai è stata veicolata la gente verso gli studi in cui invece la scienza smentisce le tesi del pensiero dominante.
Un caso emblematico è quello dello studio effettuato da fonti molto autorevoli che analizzando un massiccio numero di dati, quasi 7 milioni e mezzo di studenti, che ha confermato che a scuola non ci si infetta, che la positività tra i ragazzi non raggiunge neanche l’1%. La scuola viene definita uno dei luoghi più sicuri rispetto al contagio. Voi pensate che il Governo agisca ora di conseguenza valutando l’immediata riapertura delle scuole? Assolutamente no. Lo studio dimostra anche che l’aumento dell’indice di trasmissione non ha avuto alcuna relazione con le date di apertura delle scuole.
Lo studio certifica che i focolai di Covid a scuola sono rarissimi e non raggiungono mediamente neanche il 7%, mentre la frequenza di trasmissione tra allievo e docente è statisticamente irrilevante. Secondo chi ha condotto questo studio dunque la scuola dovrebbe essere l’ultima a chiudere e la prima a riaprire. Soprattutto dobbiamo tenere conto di altri dati che sono stati accertati e che sono in aumento. Parliamo di quelli che riguardano i danni sulla salute psico-fisica dei ragazzi e delle madri causati dalla chiusura delle scuole. Pensate che sono aumentati in maniera esponenziale i tentativi di suicidio e gli atti di autolesionismo dei giovanissimi. Perché stiamo facendo pagare ai più piccoli un prezzo superiore a quello del rischio contagi?
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