Oggi vorrei parlare della vicenda del turismo, ma in termini un po’ più allargati. Quindi non parlare solo della ristorazione, degli alberghi. Non parlare solo delle norme governative che sono state messe in campo. Ma fare un po’ una riflessione a tutto campo anche per quanto riguarda il trasporto internazionale nei confronti del nostro Paese.
Tanti indizi cominciano a fare una prova. Voglio tornare sul fatto che a luglio si pensa di tenere il coprifuoco alle 22.00. Mi sembra una cosa particolarmente bizzarra. Se pensiamo a luglio gli aperitivi si fanno dalle 19.00 alle 21.00. E se dalle 19.00 alle 21.00 non c’è il Covid, non è che dalle 22.00 alle 24.00 c’è il Covid. Insomma è una cosa profondamente sbagliata.
Il secondo tema è quello relativo al trasporto aereo. In un Paese dove a luglio si chiude alle 22.00 non verrà nessuno. Ma se qualcuno voleva venire avrebbe usato Alitalia. Alitalia non ci sarà più perché vogliono trasformarla in un piccolo vettore regionale. Il nostro Paese continuerà a avere il turismo ad avere i viaggi, da e per l’Italia: sarà in mano ad altre sigle, ad altri Paesi. Un Paese che non ha una compagnia di bandiera è un Paese che non ama il suo popolo, che non ama i suoi lavoratori. E poi lo pagheremo noi, perché ci saranno 7000-8000 persone che avranno degli scivoli, la cassa integrazione, oltre che la mobilità. Invece di aiutare lo sviluppo del Paese, saranno sulle spalle del Paese: è questa la volontà dell’Unione Europea.
L’ultimo indizio, che ci fornisce una prova più generale può sembrare una piccola cosa. Sfogliavo il sito online dell’Ambasciata americana e c’era scritto che è meglio non fare turismo in Italia perché c’è il pericolo del Covid e del terrorismo. E quindi invitano i turisti americani a non venire in Italia.
Siamo senza compagnia di bandiera, mettiamo il coprifuoco alle 22.00 in piena estate e abbiamo “l’alleato più riconoscente”, quello che ha le basi con le bombe atomiche non controllate dal Governo italiano, che dice ai cittadini di non venire a fare turismo in Italia.
3 minuti con Marco Rizzo
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