Borghi alla Camera ▷ “Oggi è la fine delle vostre bugie su austerità, debito e deficit!”

L’intervento del deputato Claudio Borghi in occasione della Seduta 492: Esame del Def e del decreto sul Covid-19 e le misure per i lavoratori con figli minori in dad o in quarantena.

“Il Documento di economia e finanza di quest’anno è prezioso, invece, al contrario di quello degli altri anni; ed è prezioso perché segna la fine di molte, troppe, moltissime bugie. Mi ricordo che il primo anno di legislatura avevamo chiesto, perché ci sembrava il minimo indispensabile per poter dare un po’ di sostegno al nostro tessuto economico, il Governo dell’epoca aveva chiesto un deficit pari al 2,4 per cento. Era stata festeggiata, se vogliamo, in maniera un po’ becera quella decisione, vi ricordate il balcone e cose di questo tipo, ma il concetto rimaneva: era un 2,4 per cento che serviva per dare il minimo indispensabile a un Paese che non cresceva da vent’anni. Beh, forse ci ricordiamo cosa arrivava dall’emiciclo dell’allora opposizione: sfasciate i conti, state sfasciando i conti.

Adesso abbiamo due anni di fila con il deficit al 10 per cento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e forse non si sfasciano più i conti, anzi, ottimo. Quindi, forse la bugia che un Paese che era vent’anni che non cresceva, che un Paese a cui venivano imposti i tagli alla sanità, venivano imposti i tagli agli enti locali, che costringeva i sindaci a togliere i servizi essenziali, tutto nell’ottica dell’austerità espansiva, perché, se tagli, poi magari crescerai in futuro, si rivelava e si rivela adesso, alla luce di questo DEF, essere una solenne bugia. Ricordiamocelo per il futuro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Non si sfasciavano i conti con il 2,4 per cento, non si sfasciano i conti adesso con il 10 per cento di deficit; anzi, probabilmente sarebbe opportuno spendere ancora di più per riuscire a rimettere in moto l’economia.

Altra bugia: il debito, il fardello del debito pubblico, il fardello sulle future generazioni, non si può far salire il debito. Il debito in due anni è passato dal 130 per cento del PIL al 160 per cento del PIL. Vorrei che ricordassimo, qui, in questo momento, con la mano sul cuore, cosa ha monopolizzato il dibattito economico in quest’Aula per vent’anni relativamente al debito, relativamente al fatto che non si poteva fare niente perché c’era il debito. Il debito non può salire perché fa salire il tasso d’interesse. Guarda caso, siamo al 160 per cento e i tassi di interesse sono ai minimi storici, negativi addirittura.

Quindi la storia che, se saliva il debito, saliva il tasso di interesse, era una bugia, e siamo stati qua per vent’anni inchiodati a non fare quello che dovevamo fare sulla base di quella bugia. Altra cosa: il debito fa salire lo spread, quindi non si potevano fare debiti perché altrimenti saliva lo spread. Ecco, lo spread è ai minimi, nonostante si stia facendo il debito al 160 per cento; quindi anche quella era una bugia, era un’arma manovrata dall’esterno per cercare di far fare quello che evidentemente qualcun altro voleva. Altra cosa: il deficit fa salire lo spread, e quindi non si poteva fare manovra in deficit perché altrimenti chissà cosa sarebbe successo. Anche qui, deficit al 10 per cento per due anni e lo spread ai minimi. Ma adesso ci si dice, l’ho sentito dal collega Pagano in Commissione: adesso è diverso perché prima eravamo solo noi in difficoltà, adesso tutti sono in difficoltà, e quindi è possibile cambiare le regole.

Ma a me questo sistema non va troppo bene: ero rimasto che l’uomo in mare si aiuta, ero rimasto che, se qualcuno cade dalla nave, la nave si ferma e lo salva. Che sistema è quello dove, se siamo solo noi in difficoltà, allora il nostro ospedale non deve aprire, i nostri comuni devono tagliare, e invece, quando si sporcano i candidi manti di tutti gli altri, allora sì, allora si possono fare le cose che si dovevano fare? Bene, sono molto contento di aver sentito il Ministro Franco dire che una delle nostre priorità sarà cambiare definitivamente il Patto di stabilità e crescita (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché questo è quello che dovevamo fare da tempo e che non è mai stato fatto, perché evidentemente a qualcuno interessava più fare gli interessi di altri Paesi rispetto al nostro. […]