Condivido con voi una lettera che mi è arrivata da una farmacista, perché mi rendo conto che la sua frustrazione è quella di migliaia di lavoratori del comparto sanità che pare abbiano perso anche la sovranità del proprio corpo, perdendo il diritto di scegliere quale trattamento sanitario accettare e quale rifiutare.
E’ giusto che anche loro abbiano voce, dato che le motivazioni dei sanitari che non vogliono vaccinarsi non vengono assolutamente prese in considerazione dai media tradizionali (se non per metterli alla gogna).
La lettera
“Gentile Francesco Amodeo, mi presento: sono – anzi, ero – una farmacista territoriale da ben 32 anni. Adesso mi sento come una rana immersa in un grande pentolone d’acqua fredda e messa a bollire a fuoco lento, che presto non avrà più la forza di saltare fuori. Anche perché sono sola. Terribilmente sola.
Appartengo a quella risicata percentuale di operatori sanitari che non vuole assolutamente vaccinarsi in questo momento contro il Covid.
Non sono mai stata contraria al sistema vaccinale, ho fatto eseguire ai miei figli anche le vaccinazioni facoltative. Ma questa volta non ci sto. Ci sono troppi lati oscuri, troppe imposizioni, troppe incongruenze. Si vede che è un vaccino ancora in fase sperimentale, come dimostrato dalla realtà dei fatti: lo abbiamo visto, ci sono vaccini che un giorno vengono consigliati solo agli under 60 e il giorno dopo lo stesso vaccino viene imposto solo per gli over 60.
Stanno facendo dei tentativi.
Avranno avuto poco tempo a disposizione per monitorarne gli effetti, ma io non voglio prestarmi a fare da cavia.
Come leggevo in qualche articolo non allineato, non ho paura del virus. Ho paura della deriva liberticida del Governo, e quindi? Che cosa posso fare?
Non ho alcun appiglio legale, eppure adesso hanno approvato un decreto legge. Mi declasseranno quindi come magazziniera? Mi lasceranno a casa? Diventerò vittima di mobbing sul lavoro?
Lei si starà forse chiedendo il perché di questa mia mail… forse anche solo per condividere e allentare un po’ la tensione, perché nessuno ascolta il nostro parere.
Anzi, se proviamo ad esprimere il nostro disappunto, a far sentire le nostre ragioni, veniamo attaccati, criticati. Personalmente sono anche scesa in piazza come genitore per una scuola in presenza, conscia del malessere che i nostri ragazzi stanno vivendo. Non sono una negazionista, né voglio imporre la mia visione delle cose come verità assoluta. Magari sbaglio, ma sono una donna pronta a lottare per il diritto di scegliere: sempre ovviamente che non sia troppo tardi, e sempre che ci siano italiani pronti a capire che in quel pentolone ci siamo finiti tutti.
E anche se quest’imposizione del vaccino pare riguardare solo una specifica categoria vedrete che, se non troveranno la giusta opposizione, prima o poi la estenderanno a tutti.
Avremo così rinunciato anche alla cosa più sacra che abbiamo: l’inviolabilità del nostro corpo.
Ti saluto con affetto”.