Un gioco perverso tiene Speranza incollato alla poltrona: caro Draghi, non ce lo meritiamo!

Vorrei capire come sia possibile che gli italiani non riescano a pretendere le dimissioni neanche di chi, negli ultimi due Governi, sta gestendo il Ministero della Salute nel periodo più delicato della storia italiana e lo sta facendo in maniera palesemente fallimentare.
Lo dicono tutti i dati: l’indice dei contagi, il numero dei morti, la questione dei vaccini, il capitolo terapie domiciliari. Siamo il paese che ha chiuso di più in Europa e allo stesso tempo quello che ha fatto registrare più decessi per coronavirus.
Sono stati poi sbagliati i protocolli: soltanto adesso, a un anno dall’inizio della pandemia, si sta studiando un protocollo unico per le terapie domiciliari che smetta di tenere conto – finalmente – di quelli proposti fino ad oggi che hanno soltanto aggravato la situazione.

In tutto questo però, il ministro Speranza è ancora lì.
Era lì con Conte, è rimasto lì con Draghi semplicemente per assecondare giochi di palazzo. Non venite a dirmi che non lo hanno potuto sostituire perché non ce n’erano di più competenti in tema sanitario.
Allora perché è ancora lì?
Giochi di poltrone: il PD fa questo se gli confermi quello, il Movimento 5 Stelle fa quest’altro se gli confermi il personaggio che impongono. Una partita a scacchi, ma un match che stavolta si gioca sulla salute (e quindi sulla vita) degli italiani.
E’ palese che Speranza non sia adeguato in quella posizione, forse non in un momento così delicato; lo ha dimostrato in tutti i modi possibili. Eppure deve continuare a rimanere lì, altrimenti un nome fatto da qualche altro partito potrebbe minacciare la maggioranza: questi sono i ragionamenti perversi che fanno.

E noi che facciamo?
Non riusciamo neanche a mandare via qualcuno che – forse in buona fede, mi auguro – non ha le competenze per gestire questa situazione. E se tu, caro Presidente del Consiglio, mi confermi un personaggio del genere sapendo bene quello che fino ad oggi non è riuscito a fare, sei tu ad essere in malafede. Stesso discorso se mi confermi un Di Maio agli Esteri, sapendo che in questo periodo le scelte geopolitiche sono determinanti come mai prima d’ora.
Sai bene, caro Presidente, che Di Maio non può avere le competenze, lo spessore, le qualifiche per rappresentare l’Italia nel bel mezzo di una nuova Guerra Fredda tra USA e Cina. Sei quindi costretto a commissariarlo come hai fatto ultimamente, senza far capire nulla, ma sei costretto a tenerlo lì. Perché?
Sicuramente non perché faccia gli interessi dell’Italia, ma perché qualcuno del Movimento avrà detto probabilmente che se Giorgetti resta al Ministero dello Sviluppo, allora Di Maio deve restare agli Esteri. Così qualcun altro avrà aggiunto che, se Di Maio resta agli Esteri, Speranza deve restare alla Sanità.

State giocando sulle nostre vite e sulla credibilità del nostro Paese.
Caro signor Presidente, se loro non possono fare altro che restare attaccati alle poltrone, lei avrebbe il dovere di sbatterli fuori in questo momento.

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