Ebbene, pare che si proceda verso una graduale riapertura dell’Italia. Secondo l’andamento del rocchetto che caratterizza questa emergenza epidemiologica come nuovo metodo di governo, stiamo per passare, proprio come l’anno scorso in questo periodo, alla cosiddetta fase 2. Strategicamente, la fase 2 serve essenzialmente a illudere i sudditi del nuovo regime terapeutico che tornare alla normalità, un poco alla volta, sia possibile: e che, dopo la fase 2, si proceda speditamente verso la fine dell’emergenza. Poi, invece, con la fase 2 aumentano incontenibilmente contagi, si accusano i sudditi di non essere in grado di rispettare le norme basilari dell’ordine terapeutico e di non saper tenere i conti dei contagi in ordine. La conseguenza è evidente: dalla fase 2 non si procede verso la sperata fine della emergenza; al contrario, si torna poi alla fase 1, secondo l’andamento che, come non mi stancherò di ripetere, caratterizza il moto del rocchetto.
Peraltro, non deve sfuggire come ogni volta la fase 2 contempli meno libertà della fase 2 precedente: non vi sarà infatti sfuggito che ora si parla di passaggio generale alla zona gialla, non certo alla libertà tout court.
Addirittura, apprendiamo che per spostarsi tra regioni non gialle sarà necessario un pass, come apertamente lo appellano. Del resto, sull'”Huffington Post” di qualche giorno addietro si precisava che, in fondo, non siamo ancora pronti per abbandonare il nostro “bozzolo pandemico“.
Secondo quanto riportato da “Open”, il rotocalco turbomondialista del direttore Mentana, il dottor Ceciliano, del comitato tecnico-scientifico, ha precisato che le riaperture sono semplicemente il frutto di una scelta politica, non certo legate a reali motivazioni medico-scientifiche.
Dal “Fatto Quotidiano”, il dottor Marco Rizzi ci rende edotti del fatto che avremmo aperture e chiusure a singhiozzo fino a fine anno. In data 15 aprile, sempre “Open” ci tiene a segnalare che, per via delle riaperture, i contagi necessariamente saliranno.
Insomma, mi pare che il quadro sia davvero chiaro, almeno per quanti non siano in lockdown cognitivo e ancora abbiano quella che Foucault splendidamente chiamava la volontà di sapere. L’estate del 2021 sarà, come quella del 2020, la fase 2 di preparazione per il ritorno alla fase 1 dell’autunno del 2021.
Insomma, occorre saperlo ed essere pronti: non si va verso la fine dell’emergenza, si va solo verso la fase 2 provvisoria di questa nuova normalità di quarantene a yoyo e di lockdown a rocchetto. E come l’anno scorso, quando torneranno a chiudere tutto in autunno, diranno che la responsabilità è dei sudditi, che ancora una volta non hanno introiettato fino in fondo il nuovo modo di governo delle cose e delle persone. Tra gli obiettivi vi è anche quello di far sì che i sudditi vivano in una perenne fase 1 non perché lo impongano i Dpcm, ma perché semplicemente hanno introiettato il nuovo ordine e hanno obliato la vecchia normalità.
L’obiettivo cioè, è far sì che i sudditi accettino di loro spontanea volontà il distanziamento sociale e le mascherine, così come il coprifuoco e il lockdown.
RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro