L’Italia non sa fare bene i conti con questa malattia

Ieri 627 morti per Sars-Cov-2, più o meno quanti il 7 aprile di un anno fa. Questo significa diverse cose. Prima di tutto che l’Italia non sa fare bene i conti con questa malattia, evidentemente, se è il paese che registra per milione di abitanti più morti che altrove. Significa che ci sono diverse spiegazioni, compresa quella che l’età media del nostro paese è la più alta in Europa. Significa anche che adesso, mentre si sta vaccinando, non si sono tutelate queste persone.

Si è cominciato a vaccinare alla fine di dicembre. Dopo ormai 3 mesi abbondanti quelle persone dovevano essere protette, e non dovevano morire visto che la maggior parte dei morti sono ultra-ottantenni o con patologie, persone fragili che andrebbero difese con il vaccino prima. Quindi questo significa che le nostre liste di vaccini hanno avuto una priorità che non è stata quella che doveva essere, e che si chiuderà troppo tardi la lista di coloro che saranno stati vaccinati e questo non ce lo possiamo perdonare. E’ la prima cosa che andava fatta.

Ma questi morti significano anche che chi parla oggi di riaperture è un pazzo, un folle, uno scellerato. E’ uno che dovrebbe vergognarsi soltanto di pensarlo perché tutto questo dipende dal fatto che noi non abbiamo fatto come nei paesi dove ci sono le dittature come in Cina, oppure non abbiamo fatto in altri paesi dove hanno vaccinato in maniera massiccia e totale. Basti pensare a Inghilterra, Israele, ma anche agli Stati Uniti.

Siamo quindi ancora in una situazione piuttosto grave. Il mese di aprile scorrerà più o meno in questa maniera. Sarebbe velleitario cercare di riaprire attività che non potrebbero avere che il respiro di qualche giorno, al massimo una settimana o due. Quindi quello che dobbiamo fare è ancora insistere con le nostre misure personali, evidentemente quelle servono sempre, e soprattutto chiedere che si vaccini a gran voce.

L’obiettivo di 500 mila vaccinati al giorno è realistico, si può fare, ma è ora che lo si cominci a fare. Purché però si metta in campo tutto. Si mettano in campo non soltanto gli ospedali ma anche le aziende, come è stato fatto, oltre alle farmacie e i medici di base. In questo momento, mentre in tutti gli altri paesi si è vaccinato perfino nei garage, noi stiamo forse un po’ troppo attenti agli effetti collaterali. Effetti che pure vanno tenuti in considerazione, per carità, ma sulle categorie che presentano questo tipo. Sugli altri invece, si vaccini senza esitazioni.

GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi