I bianconeri a Udine non avranno De Ligt squalificato, ma non si sa quali saranno le nuove elucubrazioni del piccolo chimico in panchina.
Il pareggio di Firenze non serve a nulla per la Juventus che invece ha ribadito i limiti di gioco e di personalità evidenziati nell’ultima fase di Allegri, confermati da Sarri ed esplosi con Pirlo, con una differenza sostanziale, i due allenatori che hanno preceduto il contemporaneo, hanno vinto il titolo, costui è una frana come scelte di formazione mai una uguale all’altra.
Non è detto che un grande inviato di giornalismo, con l’arte raffinata della scrittura, sia anche un buon direttore di quotidiani, così come è dimostrato che il maestro in campo, Pirlo Andrea, una volta spostato ai bordi dello stesso denuncia miopia e ignoranza nella lettura della partita.
A Firenze ha presentato un centrocampo bizzarro, nel quale Ramsey è stato una palla al piede per settanta minuti prima di cedere il posto e il passo a McKennie, così come Dybala è un passeggero di questa Juventus, si limita a un assist, non calcia mai in porta e perde tutti i contrasti, in ultimo Cristiano Ronaldo che gioca da vecchia gloria, scocciato quasi di essere circondato da mezze figure ma lui per primo pigro, nervoso e indisponente.
Il gol di Morata, un attaccante almeno dopo il primo tempo evanescente in avanti della Juve, ha riequilibrato il vantaggio di Vlahovic su rigore alla Panenka poi tradotto in cucchiaio. Il pareggio non risolve l’ansia di Champions League per i bianconeri che a Udine non avranno De Ligt squalificato ma non si sa quali saranno le nuove elucubrazioni del piccolo chimico in panchina.
Tony Damascelli