Governo in allarme: il campanello delle proteste è suonato dentro il palazzo

Le proteste delle partite Iva, dei ristoratori, dei commercianti che si sono svolte in più città d’Italia – in particolare a Roma e a Napoli – hanno dato una forte scossa al Governo.
Ovviamente i media hanno provato a buttarla in caciara, deviando l’attenzione sulle singole azioni del facinoroso di turno. Ma per quanto ci abbiano provato è chiaro a tutti che ormai in piazza si sta riversando gente disperata: padri di famiglia, lavoratori che non vedono via d’uscita a causa di queste misure che li costringono giorno dopo giorno a restare inermi a guardare i loro sacrifici di una vita bruciare.
Cercare il violento con il lanternino ed essere incapaci di leggere e capire la disperazione della folla, è forse la cosa più subdola che i nostri media si siano prestati a fare.

Nei palazzi della politica invece il campanello d’allarme è risuonato eccome.
Sanno bene che quella che si vede in piazza è legittima disperazione, e non gratuita violenza. Questo ovviamente non li fa dormire sonni tranquilli, ma non perché abbiano a cuore le sorti di quelle persone, ma perché sanno bene che la violenza la fermi e la reprimi. La disperazione no.
Ormai il paese è chiaramente una pentola a pressione: continuano a tenerla sul fuoco a coperchio chiuso, ed ora è sul punto di far esplodere tutto.

Serve riaprire. Riaprire immediatamente le attività commerciali per evitare che il tessuto sociale scoppi definitivamente.
Noi invece, guardandola dalla parte del popolo, non dobbiamo demordere. Dobbiamo continuare ora più che mai a far sentire la pressione, il fiato sul collo. Non possiamo esprimere il nostro dissenso oggi per aspettare che il Governo agisca domani e poi tornare a protestare, per poi attendere ancora.
E’ arrivato il momento che la protesta pacifica vada avanti ad oltranza, in tutte le città.
Si legge sui giornali che sono ancora in 300mila ad aspettare la cassa integrazione. Bene: dove sono queste persone? Si uniscano alla protesta!
C’è ancora chi aspetta i ristori: dove li sta aspettando? Si attivi subito!

Dobbiamo essere tanti. Dobbiamo essere compatti. Dobbiamo essere contemporaneamente in tutte le città, e l’azione deve essere continuativa.
Più giorni passano, più aziende chiuderanno per sempre la saracinesca. Il momento dell’attesa è finito.

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