Come tutte le volte che c’è un contrasto di natura politica su decisioni che dovrebbero avere una base scientifica, ecco che arriva il politico di turno, quello che si sente il più intelligente di tutti e si crede anche il più bravo, che tira fuori degli articoli scientifici con i quali non ha avuto nessuna confidenza, e cerca di interpretarli piegandoli ai suoi scopi. E’ il caso di quanti stanno ritirando fuori adesso alcuni articoli, uno in particolare appena uscito ma anche altri precedenti, di un epidemiologo di Stanford che si chiama Ioannidis e che è già stato criticato una marea di volte.
A partire dalle critiche che lui stesso faceva alle pubblicazioni scientifiche nel 2005. In quest’ultimo lavoro si affermerebbe che il lockdown non è così importante per abbassare i dati della pandemia. In realtà non si afferma proprio questo: si dice che il lockdown pesante non è così importante e basterebbero restrizioni meno forti, perché il tasso di letalità o di mortalità sarebbe minore visto che i contagiati sono molto di più di quelli che poi vengono registrati.
Ma qualcuno a scoperto qualche cosa dietro questi lavori, che pure sono stati pubblicati, ma sono veramente una straminima minoranza. Ricordiamo che la stragrande maggioranza dei ricercatori e degli scienziati sostiene che il lockdown è l’unico sistema che si può avere per abbattere l’epidemia. Questo è naturalmente testimoniato dai numeri. Tutte le volte che fai lockdown i contagiati, i ricoveri e i morti diminuiscono, mentre ogni volta che molli aumentano.
Lo vediamo con la Sardegna: da bianca a rossa in pochissimo tempo. Lo vediamo con tutti gli altri casi. Con il caso Italia, quando ha chiuso per 2 mesi nel 2020, ha visto cadere i dati. E’ venuto fuori che i finanziatori della ricerca di Ioannidis fanno capo a un impresario che si chiama David Neeleman, proprietario di un paio di compagnie aeree e dichiarato difensore della riapertura dell’economia a tutti i costi. Ma guarda un po’… guarda chi è che finanzia questa ricerca.
Il secondo fatto è che altri ricercatori hanno cercato di dire agli autori di quell’articolo che i test utilizzati erano inaffidabili, perché la statistica era poco robusta. Questo lo avevano fatto notare a Ioannidis già tante altre volte tante altre persone. Quindi se tu hai un test inaffidabile, che però utilizzi per tirarne fuori una teoria, hai un problema molto grosso. Sostanzialmente quello che succede è che Ioannidis non fa conclusioni tipiche di uno scienziato, perché si va ad infilare in un conflitto di interessi palese e soprattutto in dati che non sembrano essere stati manipolati con accortezza.
Per cui fino a che c’è un solo Ioannidis lo si contesta e naturalmente il suo studio vale quello che vale, cioè 0 perché i dati ci dicono il contrario. Quando ce ne fossero invece tanti altri, allora la scienza riprende il suo percorso. Ma fa veramente tenerezza vedere i politici appellarsi a un articolo scientifico quando fino a quel momento non li avevano mai presentati e se li scorderanno subito dopo. Fanno una gran pena poveretti.
GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi