Il virus c’era già nel 2011: si chiamava spread… vi elenco tutte le strane somiglianze

Era il 2011. Un virus colpì i mercati, si chiamava spread. Ogni sera i telegiornali ci mostravano i grafici con gli indici di quella pandemia. Il picco massimo fu quello dei quasi 600 punti raggiunti in un solo giorno con i tassi di interesse che schizzarono alle stelle. I media titolavano “Fate presto”. L’Italia era finita in terapia intensiva e in borsa mancava ossigeno. Bisognava salvarla, ma per farlo fu chiesto di mandare in quarantena la democrazia, sostituendo un Governo democraticamente eletto con uno commissariato dalle peggiori lobby della finanza internazionale. Era stata applicata alla lettera la dottrina dello shock.

Era il 2020. Un virus investe il mondo, si chiama coronavirus. Ogni sera i telegiornali ci mostrano i grafici con gli indici di quella pandemia. Il picco massimo fu quello dei quasi 900 morti raggiunti in un solo giorno. I media hanno titolato “Fate presto con i vaccini”. In Italia sono piene le terapie intensive e negli ospedali manca ossigeno. Bisognava salvare il Paese, ma per farlo è stato chiesto di mandare in quarantena prima i cittadini poi nuovamente la democrazia. Ed è stato sostituito un Governo democraticamente eletto con uno commissariato dalle peggiori lobby della finanza internazionale. Che approfitteranno dello stato di shock economico, politico e sanitario del Paese per portare in breve tempo a termine tutti misure funzionali ai loro esclusivi interessi. Come quel Great Reset auspicato al vertice di Davos. E’ stata applicata alla lettera la dottrina dello shock.

Chi non è capace di vedere le similitudini tra le due operazioni deve abbassare un po’ la mascherine. A quanto pare gli è finita sugli occhi.

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