Non contenti di aver fatto parecchia confusione durante tutto questo tempo della pandemia, molti politici italiano hanno cominciato ad avventurarsi su un terreno molto scivoloso: quello delle pubblicazioni scientifiche. Infatti li vedi ogni tanto saltellare, a partire da qualche giorno fa, citando a destra e a manca articoli a caso. “Gli scienziati di qua hanno detto, gli scienziati di lì dicono o questa rivista dice…”.
In realtà quello che si scopre intanto è che pochissimi vanno all’articolo originale. Primo perché non conoscono l’inglese, secondo perché non conoscono il linguaggio scientifico. Questi sono due pesanti handicap. Non è che si può imparare a scrivere musica se non si è compositori e non ci sia esercitati o non si ha talento. Non è che si può parlare di scienza se non si è frequentato il metodo scientifico, e si vede. Perché poi quello che viene fuori sono considerazioni del tutto cervellotiche, prese da articoli spesso di secondo o terzo piano in riviste di secondo o terzo piano, scritte da ricercatori di secondo o terzo piano e, oltretutto, da una minoranza.
Faccio un esempio. Sul cambiamento climatico, ogni anno, si pubblica qualcosa come 15mila-20mila articoli. Di questi soltanto una decina, quando va bene, negano che il cambiamento climatico oggi in atto sia dovuto ad attività dell’uomo o sia anomalo e accelerato rispetto al passato. Questi articoli esistono, pubblicano naturalmente delle parti parziali, ma di fronte alla stragrande maggioranza degli articoli pesano molto poco.
Potrebbero aver ragione, ma questo però deve essere dimostrato da altri articoli che pure non ci sono. Se voi chiamaste al capezzali di vostro figlio malato i 10 migliori specialisti della sua patologia, e solo uno dicesse di non operarlo, molto probabilmente voi seguireste i nove. Per quale ragione seguire l’unico che dice un’altra cosa? Invece questi intemerati politici, guarda un po’ tutti di un certo colore, citano che il lockdown sarebbe fallimentare, quando è l’unica soluzione che si ha sino dalla notte dei tempi per rallentare o far cessare le pandemie e lo aveva capito benissimo anche Manzoni, oppure che non è stato giusto chiudere i ristoranti e i bar.
Quest’ultima cosa invece emerge proprio dalle riviste scientifiche più accreditate, per esempio Nature. Non solo. La confusione viene poi alimentata da giornalisti e comunicatori che nulla sanno di quello che stanno comunicando. L’ultima è una osservazione fatta da una televisione che pure mi sta molto cara, La7 nella puntata Di Martedì, in cui un giornalista se ne va in giro con un misuratore di anidride carbonica e pensa con quello di determinare anche il contagio del virus. Lo fa non avendo capito, in nessuna maniera, che se porti la mascherina l’anidride carbonica si sparge nell’aria ma il virus invece rimane dentro. Non hanno capito nemmeno questo, eppure parlano.
GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi