“Io sono libero di dire il c… che voglio, non lo stabilisce lei cosa posso o non posso dire“: se il rapper Fedez, anziché al direttore di Rai 3 Franco Di Mare dicesse oggi queste cose ai suoi partner commerciali, probabilmente avrebbe pesanti ripercussioni lavorative.
Secondo l’ultima inchiesta del giornale “L’Espresso” il marito di Chiara Ferragni intratterrebbe difatti rapporti “particolari” con i suoi collaboratori, tanto particolari da essere portato su richiesta delle banche con cui collabora a censurarsi – di fatto – per soldi.
E’ ciò che emerge nell’inchiesta di Vittorio Malagutti e Carlo Tecce, secondo cui il rapper per affari stavolta avrebbe accettato la censura: il gruppo Be, che lo finanzia, gli avrebbe imposto di non rilasciare dichiarazioni “che cagionino un danno alla società“, pena la fine immediata dell’alleanza.
“Non facciamo del moralismo“, specifica Carlo Tecce, “Fedez ovviamente può fare quello che vuole“, ma di certo dopo l’articolo che uscirà anche in edizione cartacea, la figura del cavaliere senza macchia e senza paura della Festa dei Lavoratori verrà percepita in maniera differente.
Tutto ciò senza parlare dei particolari del sistema “Doom”, casa discografica amministrata dalla madre del rapper nella quale pare vengano ingaggiati tutti gli artisti “reclutati” dallo stesso Fedez; e senza menzionare alcuni “bizzarri” rialzi in borsa di alcune società di moda con cui collabora la moglie e imprenditrice Chiara Ferragni.
A “Lavori in Corso” ci ha detto di più l’autore dell’inchiesta esclusiva Carlo Tecce.
“Ci siamo focalizzati su questo particolare vincolo che Fedez ha accettato e stretto con i suoi azionisti nella nuova società lanciata l’anno scorso che si chiama “Doom”, una società che si occupa di molte cose: gestisce profili di social network anche di calciatori, come Zaniolo della Roma, poi sviluppa questa notorietà in eventi spesso per banche e società assicurative, perché i soci di Fedez si occupano di questo.
I soci di Fedez fanno parte di gruppi internazionali, come Impresa San Paolo, Mastercard e altri istituti di credito e assicurativi molto importanti, quindi hanno preteso che Fedez non dichiarasse mai nulla di critico sui clienti possibili o attuali del gruppo, pena la risoluzione dell’alleanza.
Nel verbale del Cda c’è scritto che lui in generale non può fare dichiarazioni inerenti al settore bancario e assicurativo.
Abbiamo approfondito anche il suo rapporto con Amazon: lui non si limita ad essere un professionista che lavora per una multinazionale delle consegne, dell’e-commerce e della TV in streaming; lui è un ambasciatore di Amazon, quindi come Baggio fa l’ambasciatore dell’Unicef e si riconosce in quei valori, quantomeno lui – che a differenza di Baggio è retribuito – dovrebbe riconoscersi, o comunque mi sembra difficile lui possa marcare le distanze dalle scelte in campo sindacale e fiscale di Amazon.
Lui ha creato questo “schema” con la Doom che è anche una casa discografica, quindi lui organizza degli eventi per le banche, ed è già successo con Banca Intesa o con Mediolanum, coinvolge colleghi e artisti e questi artisti che vincono un talent, vengono ingaggiati dalla sua casa discografica. E’ come se avere rapporti con lui potesse portare un vantaggio“.
Gli strani rialzi in borsa
“Dopodiché c’è tutta la seconda parte del servizio rimasta sotto silenzio che riguarda la Ferragni. La segnalazione che abbiamo fatto è che prima che la Ferragni annunciasse la collaborazione con due grandi case di moda quali Gruppo Aeffe, Alberta Ferretti (che capitalizza 190 milioni di euro in borsa), Monnalisa (che capitalizza 20 milioni di euro in borsa); i titoli di queste società in borsa hanno avuto degli strani rialzi prima dell’annuncio ufficiale“.